In vista della riunione dell'Opec, il petrolio greggio continua a muoversi su terreno negativo. Questa mattina il WTI è sceso a quota 58,00 mentre il
L’Agenzia di Informazione sull’Energia USA indica, nel suo rapporto settimanale, che la scorsa settimana le riserve di petrolio greggio USA sarebbero scese di 1,9 milioni di barili, la quinta settimana consecutiva su terreno negativo. Gli analisti prevedevano una contrazione di scorte pari a 1,7 milioni di barili, mentre le previsioni indicate martedì dall’Istituto Americano per il Petrolio indicavano un incremento di 1,8 milioni di barili.
Le riserve totali di petrolio greggio negli USA si attestano a 477,4 milioni di barili, i livelli più alti degli ultimi ottant’anni in questo periodo dell’anno. Nel frattempo, lo spread fra i contratti su Brent e WTI scende a 4,12$ il barile, contro i 4,16$ del giorno precedente.
A spingere al ribasso il mercato dei future sul greggio ha contribuito anche il calo del dollaro USA verificatosi nel corso della sessione di ieri. Il biglietto verde ha perso lo 0,49% circa contro il paniere delle sei principali valute estere, rendendo i future sul petrolio greggio -denominati in dollari- meno costosi per investitori in possesso di valuta estera.
Questa settimana a spingere in ribasso i future hanno contribuito i timori sui livelli delle scorte negli USA e un’impennata delle esportazioni dall’Iraq. Tuttavia, rimane il sospetto che i timori riguardo la ripresa possano essere stati prematuri. Alcuni esperti temono che con un WTI che è riuscito a mantenersi vicino ai 60$ al barile, le piattaforme petrolifere chiuse a causa del calo dei prezzi possano riprendere i lavori di estrazione e aggiungere altro greggi all’offerta dagli USA.
Nel breve termine il sentiment di mercato ribassista e l’eccesso di offerta si imporranno sicuramente sulla domanda. Se l’Opec confermerà la linea sin qui adottata, i prezzi del petrolio potrebbero testare il vicino livello di supporto dei 55$ il barile, già testato nell’aprile 2015. L’imponente produzione dei paesi Opec e della Russia continueranno a spingere i prezzi del petrolio greggio in ribasso; al contrario, l’aumento di domanda da Cina e Giappone potrebbe sostenere i prezzi. Il livello di resistenza più vicino è a 66$ al barile, testato nel maggio 2009.