Il Ministro degli Esteri Iraniano giovedì ha lasciato intendere che Tehran potrebbe anche essere disposta ad accettare una moratoria di dieci anni su
Il Ministro degli Esteri Iraniano giovedì ha lasciato intendere che Tehran potrebbe anche essere disposta ad accettare una moratoria di dieci anni su alcuni aspetti del programma nucleare del paese, rifiutandosi però di dare dettagli ulteriori. Cristian Amanpour, della CNN, ha chiesto in un’intervista al Ministro degli Esteri iraniano Mohammed Javad Zarif se l’Iran fosse disposto o meno ad accettare dei limiti di durata decennale sul programma di nucleare che si sostiene essere a scopo civile.
L’eventualità di un accordo di lungo termine con l’Iran apre la possibilità al paese asiatico di aumentare la produzione e di offrire ancora più petrolio alla già trasbordante offerta globale. Giovedì, in una giornata particolarmente volatile, con un dollaro in rialzo e in vista di un possibile accordo sul programma nucleare iraniano – che hanno controbilanciato i guadagni di inizio giornata legati ai timori sulle forniture da Libia e Iraq – il petrolio ha chiuso in ribasso.
L’interruzione della produzione “causa forza maggiore” dovuta a problemi di sicurezza (che ha interessato una dozzina di giacimenti in Libia) e agli attacchi incendiari dei militanti dello Stato Islamico in Iraq su piùiverse piattaforme petrolifere in Iraq hanno contribuito a rialzo dei prezzi nel corso della sessione europea.
Il petrolio greggio WTI si attesta a 51,12, in rialzo di trentacinque punti venerdì, apparentemente indifferente rispetto a un dollaro in rialzo. Il Brent guadagna 33 punti: gli scontri Libia pesano fortemente sulla produzione e potrebbero portare a un’interruzione totale. I timori legati al deterioramento delle rifornimenti di petrolio dalla Libia dall’Iraq hanno spinto i prezzi del petrolio già prima della sessione di New York.
Secondo gli analisti, in mancanza di nuovi fattori rialzisti nelle ore di scambi sui mercati statunitensi, il mercato è rimasto a galla reggendosi sugli acquisti di coloro che sono convinti che il greggio abbia raggiunto il fondo del mercato rispetto all’ondata di vendite da giugno a gennaio è costato il sessanta percento del prezzo. In Libia l’aggravarsi dei problemi legati alla sicurezza ha spinto venerdì la società controllata dallo Stato a dichiarare lo stato di forza maggiore su undici giacimenti petroliferi. La produzione dalla Libia è scesa a un quarto rispetto ai massimi registrati prima della guerra civile del 2011. In Iraq, i militanti dello Stato islamico hanno incendiato dei pozzi petroliferi nel giacimento di Ajil, ad est di Tikrit, per cercare di disturbare gli attacchi aerei che cercano allontanarli dai giacimenti di petrolio.
Secondo i dati pubblicati mercoledì dal Dipartimento dell’Energia USA, le scorte di WTI, nella settimana conclusasi il 27 febbraio, hanno registrato un incremento di 10,3 milioni di barili attestandosi a 444,4 milioni di barili. Si tratta del quinto record consecutivo sui dati settimanali e il livello più alto nelle registrazioni mensili in 84 anni; i produttori hanno estratto ben 9,3 milioni di barili al giorno.
I trader sono in attesa dell’ultimo rapporto settimanale sul conteggio delle piattaforme petrolifere atteso per venerdì. Nelle ultime settimane il numero di impianti di trivellazione funzionanti ha subito una contrazione costante, portando alcuni ipotizzare un imminente calo della produzione, nonostante il recente rallentamento nel tasso di contrazione.
Il gas naturale nella sessione mattutina ha ceduto 13 punti mentre i trader asiatici reagiscono al massimo livelli di scorte registrati dalla EIA giovedì pomeriggio. Il gas naturale nella settimana conclusasi il 27 febbraio USA registra una contrazione di 228 miliardi di piedi cubi. Gli analisti prevedevano una contrazione di circa 225 miliardi. Le riserve di gas naturale sono circa il 42,3% sopra i livelli dello scorso anno e circa l’1,5% sotto la media degli ultimi cinque anni. Il freddo della scorsa settimana, seguito da condizioni meteo ancor peggiori questa settimana e da previsioni che indicano ancora basse temperature nella prossima settimana, ha contribuito a sostenere la domanda di gas naturale, sebbene la scorsa settimana la domanda fosse leggermente sotto le aspettative.