Martedì il mercato del greggio WTI apre in ribasso ampliando il calo postato nella sessione di lunedì. Dopo aver quasi raggiunto la maniglia dei 60$, il
Lunedì i prezzi del greggio si muovono leggermente in ribasso sulla scia di un dollaro statunitense forte e della notizia che vede l’Arabia Saudita porre fine ai bombardamenti nello Yemen. Tuttavia, i prezzi del greggio sono stati supportato dai forti numeri economici statunitensi e dalle aspettative che prevedono un ulteriore ribasso delle scorte statunitensi.
Il crollo dei prezzi del greggio nel 2014 ha incrementato le aspettative che prevedono un costo maggiore della produzione di greggio, poiché l’economia degli Stati Uniti inizia a mostrare segni di rallentamento. Lo scorso venerdì la società di servizi petroliferi Baker Hughes Inc. ha dichiarato che il numero degli impianti di perforazione sono diminuiti per la ventunesima settimana consecutiva postando nuovi record.
Stando a quanto riportato da Andrew J. Hall, trader di greggio e manager di hedge fund, lo storico aumento della produzione di scisto statunitense è giunto a termine, riducendo il surplus globale e innescando un possibile rialzo dei prezzi dalla maniglia dei 50$ al barile.
In una lettera agli investitori di Astenbeck Capital Management LLC, suo prodotto negli hedge fund, Hall ha affermato “abbiamo raggiunto un punto di svolta”. La crescente domanda e il ribasso dell’offerta ” ha reso controproducenti tutte le previsioni catastrofiche”.
Nel mese di febbraio, la produzione di greggio dal Texas al North Dakota ha raggiunto quasi i 10 milioni di barili giornalieri, tuttavia, Hall mostra come la produzione sia in costante calo da quella data. Infatti, stando ai dati governativi riportati da Hall, una drastica riduzione degli impianti di perforazione ha indebolito la produzione di greggio statunitense.
I prezzi del greggio WTI rimangono sostanzialmente invariati nelle prime ore della sessione asiatica. I forti numeri delle scorte in Medio Oriente gravano sul mercato, tuttavia, l’ulteriore riduzione degli impianti di perforazione degli Stati Uniti ha supportato il mercato.
In una nota rilasciata martedì, l’ANZ ha dichiarato:” Restano forti le preoccupazioni riguardanti un possile incremento dell’offerta poiché lo scorso mese le esportazioni di greggio iraniano hanno raggiunto i massimi degli ultimi trent’anni… Tuttavia, il WTI riceve un lieve supporto da un dollaro statunitense debole e da un forte calo degli impianti di perforazione.”
“Solo lo scorso mese il Brent ha registrato un incremento del 21% e il WTI del 25%, postando il più rapido rincaro mensile da maggio del 2009. Non vediamo nessuna giustificazione fondamentale capace di spiegare il forte rialzo dei prezzi a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, pertanto, tale rialzo potrebbe essere attribuito porincipalmente alle speculazioni riguardanti un possibile calo delle scorte nella seconda metà dell’anno.”