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I Timori per le Elezioni in GB Premono sulla Coppia GBP/USD

Da
James Hyerczyk
Aggiornato: Mar 14, 2015, 11:10 GMT+00:00

Venerdì la coppia GBP/USD si muove in ribasso. L'imponente ondata di vendite di questa settimana ha messo la coppia forex in condizioni di chiudere ai

I Timori per le Elezioni in GB Premono sulla Coppia GBP/USD

Venerdì la coppia GBP/USD si muove in ribasso. L’imponente ondata di vendite di questa settimana ha messo la coppia forex in condizioni di chiudere ai minimi dal giugno 2010. Secondo i trader, dietro la pressione delle vendite si nasconderebbero di timori legati alle elezioni di maggio. Nonostante l’appuntamento con le urne sia ancora lontano, i trader potrebbero già preoccuparsi per le conseguenze che avrebbe una vittoria del partito conservatore. Alcuni credono che questo partito potrebbe proporre un referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, un fatto che potrebbe portare a due anni di eccessiva volatilità.

A pesare ulteriormente sulla sterlina britannica si sono aggiunte le dichiarazioni da parte del Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, secondo il quale la bassa inflazione potrebbe costringere la banca centrale a posticipare l’aumento dei tassi. Queste affermazioni rappresentano indicano un cambiamento di atteggiamento, dato che appena un paio di settimane fa aveva attribuito la responsabilità della bassa inflazione al crollo dei prezzi del petrolio, sottolineando la temporaneità del fenomeno.

A questi fattori si aggiungono la debolezza dell’economia dell’eurozona e la minaccia di un aumento dei tassi negli USA.

L’andamento del prezzo di oggi sul mercato EUR/USD è stato condizionato dai nuovi dati. I venditori short hanno cominciato ad alleggerire le proprie posizioni giovedì mattina, quando il mercato ha toccato il minimo degli ultimi dodici anni a quota 1,04935. In questo modo ha avuto inizio un rally di copertura short favorito anche dal rapporto deludente di giovedì sulle vendite al dettaglio negli USA. Gli occhi sono ora puntati sulla riunione settimanale della Fed della prossima settimana, il 17 e 18 marzo, e sulla possibilità che la banca centrale mandi dei segnali che suggeriscano un imminente aumento dei tassi di interesse.

Lo scorso fine settimana i trader confidavano nel fatto che il rapporto incoraggiante sulle buste-paga del settore non agricolo fosse quanto necessario a spingere la Fed ad aumentare i tassi di interesse a partire da giugno. Il rapporto deludente di ieri sulle vendite al dettaglio getta però un ombra di dubbio su questa eventualità. Inoltre, esiste anche la possibilità del verificarsi di uno Short-squeeze. In questo caso, i più importanti operatori del mercato potrebbero cercare di spingere i venditori short più deboli fuori dal mercato per poter rientrare a livelli di prezzo migliori.

Su Comex oggi i future sull’oro con scadenza ad aprile cedono terreno sotto il peso del dollaro USA: i trader dell’oro in questo momento sono in balia del dollaro. Da un punto di vista tecnico, il mercato si muove in prossimità dei minimi dello scorso anno a 1143,40$ e 1132,10$. Questi livelli agiranno da supporto se la Fed non dovesse modificare il linguaggio nell’annuncio di politica monetaria della prossima settimana. Delle dichiarazioni orientate a una politica restrittiva avrebbero un effetto ribassista sull’oro, mentre un atteggiamento accomodante potrebbe innescare un rally di copertura short dando ai trader rialzisti un po’ di tempo per respirare.

I future sul petrolio greggio con scadenza a marzo si muovono in ribasso. L’andamento del prezzo di questa settimana ci induce a pensare che il tono rialzista potrebbe dissolversi. Nonostante il calo del numero di piattaforme, sembra che questo non sia stato sufficiente per arrestare l’aumento delle riserve. La scorsa settimana hanno registrato il nono incremento settimanale consecutivo. I compratori in contro-tendenza hanno cercato di spingere il mercato puntando sul fatto che il taglio delle piattaforme operative potesse avere un effetto sulla produzione, ma sembra che fosse oramai troppo tardi.

Si stanno svolgendo in questo periodo i lavori di manutenzione stagionale delle raffinerie e potrebbero durare fino a metà aprile. Questo significa una minore produzione di benzina che potrebbe portare a una contrazione della domanda di petrolio greggio. Un calo della domanda porterà a un ulteriore incremento delle scorte.

A questo punto si apre la questione di dove mettere il petrolio, dal momento che secondo i rapporti privati, il principale centro a Cushing, in Oklahoma, sarebbe vicino alla piena capacità. In questo caso il mercato del petrolio potrebbe andare nel caos provocando un’impennata della volatilità.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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