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I Prezzi Del Greggio Invertono Improvvisamente La Rotta

Da
Barry Norman
Pubblicato: Oct 30, 2014, 18:00 GMT+00:00

Il greggio WTI inverte la sua rotta perdendo 32 centesimi ed è scambiato a 81,89$ sul retro delle dichiarazioni rilasciate dalla Fed nella tarda giornata

I Prezzi Del Greggio Invertono Improvvisamente La Rotta

Il greggio WTI inverte la sua rotta perdendo 32 centesimi ed è scambiato a 81,89$ sul retro delle dichiarazioni rilasciate dalla Fed nella tarda giornata di mercoledì, Ricordiamo come nella sessione di ieri, il combustibile statunitense si sia mosso al rialzo raggiungendo un livello di prezzo al di sopra degli 82$. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come, nella giornata di mercoledì i prezzi del greggio si siano mossi al rialzo sul retro del rilascio del rapporto settimanale di inventario EIA che ha mostrato un incremento delle scorte minore del previsto. Il Brent registra un incremento di 1,09$ ovvero dell’1,3% ed è scambiato a 87,12$ al barile, mentre il prezzo del greggio statunitense sul Nymex è aumentato di 78 centesimi o dell’1.0% per raggiungere quota  82,20$ al barile prima di invertire la rotta postando un forte calo. Questa mattina, il Brent si muove al ribasso ed è negoziato a 86,97$. L’ascesa del dollaro statunitense grava sui mercati delle materie prime e sui beni negoziati in dollari.

Dopo tre mesi e mezzo di lento declino, il 1 ° ottobre il combustibile ha postato un forte calo sul retro del taglio dei prezzi apportato dall’Arabia Saudita ai suoi principali clienti.

A fronte di ciò, abbiamo assistito ad un ribasso del 29% dei prezzi internazionali, ribasso che ha sorpreso gli investitori. Detto questo, a seguito di un costante accumulo delle scorte e di un indebolimento della domanda ha preso piede una sorta di guerra dei prezzi OPEC, scenario che ha messo in discussione gli investimenti in nuove risorse petrolifere che potrebbero supportare l’economia globale.

Possiamo vedere come, a partire dal mese giugno, la produzione libica si sia triplicata raggiungendo i 900.000 barili giornalieri, tuttavia, stando a quanto dichiarato da un funzionario con grande conoscenza della materia, la produzione è ancora del 40% al di sotto della media registrata due anni fa. La guerra non ha intaccato la produzione in Iraq, che al momento produce circa 3,1 milioni di barili giornalieri. Inoltre, a settembre, l’organizzazione di paesi esportatori di petrolio  ha iniziato ad incrementare la propria produzione raggiungendo i massimi degli ultimi  11 mesi a 30,9 milioni di barili giornalieri.

Il calo dei prezzi è stato un boom per i consumatori statunitensi che hanno visto la loro fiducia postare livelli record poiché si stima che ad ogni  calo corrisponda un incremento di un miliardo di dollari nell’economia degli Stati Uniti. All’inizio di questa settimana, il prezzo medio delle vendite al dettaglio della benzina negli Stati Uniti ha raggiunto i 3,06$ al gallone, ovvero circa 0,64$ in meno per ogni gallone rispetto al prezzo medio di giugno, la mossa posta i minimi settimanali da dicembre 2010. Parte della responsabilità del calo dei prezzi delle vendite al dettaglio della benzina è indubbiamente riconducibile al ribasso subito dai prezzi del greggio. In un simile scenario non escludiamo la possibilità di assistere ad un ulteriore calo dei prezzi della benzina al dettaglio, calo che nelle prossime settimane potrebbe portare il prezzo medio del combustibile al di sotto dei 3$ al gallone.

Un sondaggio EIA, che risulta essere in linea con l’indagine riportata dall’AAA mostra un prezzo al di sotto dei 3$ per gallone nel 55% delle stazioni di rifornimento degli Stati Uniti. I prezzi del Brent si muovono al ribasso sul retro di un indebolimento della ripresa economica globale, scenario che porta inevitabilmente ad una riduzione della domanda, inoltre la crescita della produzione libica e l’incremento della produzione di “tight oil”  negli Stati Uniti continuano a gravare sui prezzi del prodotto. Attualmente, i prezzi del Brent postano i minimi dalla fine del 2010.

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