Gli indici azionari asiatici aprono in ribasso dopo la pubblicazione dei deboli dati economici cinesi, con i volumi delle transazioni di per sé giù
Per quanto riguarda le valute, la maggior parte di quelle asiatiche sta attraversando una fase di continui ribassi ingenerati dalla forza del dollaro Usa. E dopo i pessimi dati economici cinesi di sabato scorso, sia il dollaro australiano sia il Kiwi viaggiano oggi ben al di sotto delle proprie quotazioni abituali. L’AUD è crollato stamattina a 0,9009, mentre il NZD è in ribasso di 18 punti sino a 0,8134. Il fatto è che le letture relative alla produzione industriale, agli investimenti e alle vendite al dettaglio della Cina si sono stampate ben al di sotto delle previsioni, innescando il crollo delle divise di Australia e Nuova Zelanda. Il dato cinese ufficiale relativo alla produzione industriale (si tratta della lettura più importante) ha mostrato come in agosto l’output dell’industria sia cresciuto “solo” del 6,9% su base annua. Ad alimentare i timori circa il rallentamento della crescita economica di Pechino è giunto poi il dato sugli investimenti di capitale, lievitati del 16,5% su base annua e mancando la previsione di mercato (+16,9%), mentre anche le vendite al dettaglio si stampavano ben al di sotto delle attese.
Lo yen nipponico muove anch’esso in ribasso, scambiato a 107,21 e ben al di sopra della media degli ultimi anni, scontando da un lato la forza del dollaro Usa, dall’altro la probabilità che la Banca del Giappone si decida a iniettare nuovi stimoli monetari nell’economia del paese. Il calo della produzione industriale e una continua bassa inflazione incidono negativamente sulle quotazioni dello yen, mentre il governatore della BoJ Haruhiko Kuroda ha comunicato al primo ministro Shinzo Abe che è necessario agire al fine di permettere all’inflazione di raggiungere il proprio target. A fronte del crollo del tasso di cambio, il prezzo degli asset nazionali sarà inferiore, cosa che innescherà l’afflusso di investimenti esteri e riporterà verso l’alto il prezzo degli asset.
Con la diminuzione delle quote di mercato estere destinate ai prodotti del Giappone, paesi vicini quali la Corea del Sud rappresentano una seria minaccia alle esportazioni automobilistiche ed elettroniche del paese nipponico, rischiando di scalzare ulteriormente i manufatti dell’industria giapponese dai mercati esteri. L’attenzione degli investitori è intanto concentrata sulla decisione Fed di mercoledì, motivo per cui prima del discorso del governatore Yellen c’è da aspettarsi ben poca attività sui mercati. La decisione impatterà significativamente sulle quotazioni della banconota verde.