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I Metalli Preziosi Non Trovano Un Terreno Comune: Il Platino Si Muove Al Ribasso Mentre L’Argento Posta Nuovi Guadagni.

Da
Barry Norman
Aggiornato: Oct 3, 2014, 17:18 GMT+00:00

Il mercato aurifero continua ad essere influenzato dalle forti tensioni geopolitiche, dalle decisioni delle banche centrali, dai numeri dell'inflazioni e

I Metalli Preziosi Non Trovano Un Terreno Comune: Il Platino Si Muove Al Ribasso Mentre L’Argento Posta Nuovi Guadagni.

I Metalli Preziosi Non Trovano Un Terreno Comune: Il Platino Si Muove Al Ribasso Mentre L'Argento Posta Nuovi Guadagni.
Il mercato aurifero continua ad essere influenzato dalle forti tensioni geopolitiche, dalle decisioni delle banche centrali, dai numeri dell’inflazioni e da un dollaro statunitense in continua ascesa, tuttavia, il prezioso sembra fortemente ancorato alla maniglia dei 1215$. Stando a quanto riportato dai trader, vi sono più del 74% delle possibilità di assistere ad un incremento dei prestiti overnight tra le banche entro settembre 2015. negli ultimi tre mesi il dollaro statunitense ha registrato un rincaro del 6,6%, riportando una performance eccezionale.

I future dell’oro si muovono al ribasso cancellando quasi tutti i guadagni dell’anno poiché la prospettiva di un miglioramento dell’economia statunitense e un possibile aumento dei tassi d’interesse hanno inevitabilmente condotto ad un calo della domanda. In un simile scenario, gli investitori continuano ad evitare il metallo giallo anche dopo l’incremento delle sanzioni statunitensi contro la Russia e la campagna militare contro lo Stato Islamico in Iraq. Ieri il dollaro statunitense posta i massimi da giugno 2010. Giovedì il mercato aurifero si muove al ribasso perdendo il 5% sul retro delle dichiarazioni rilasciate da Mario Draghi,  presidente della BCE. Draghi ha svelato la tempistica delle misure per dare ossigeno al credito e rilanciare gli investimenti dando il via agli acquisti di covered bond da metà ottobre e degli Abs nel quarto trimestre. Il piano durerà almeno due anni. L’argento guadagna 56 punti ed è negoziato a 17,103$ mentre il platino perde 18$ per attestarsi su quota 1.251,05$. Giovedì i prezzi di platino e palladio postano nuovi minimi poiché il rallentamento della crescita in Europa e in Cina hanno suscitato forti preoccupazioni per la domanda dei metalli preziosi. Ricordiamo, inoltre, come negli ultimi mesi, i prezzi dei metalli utilizzati nei filtri di scarico per autoveicoli, siano diminuiti drasticamente proprio per le suddette preoccupazioni.

Per quanto riguarda Wall Street, la settimana è stata piuttosto negativa, tuttavia chiude praticamente invariata poiché i mercati hanno prontamente risposto alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della BCE. Ricordiamo come il prezioso sia da sempre considerato come un mercato sicuro nei momenti di crisi.

Per questo, non ci sorprende l’oscillazione del metallo giallo; l’Ebola negli Stati Uniti e le proteste a Hong Kong hanno suscitato forti disagi negli investitori. Christine Lagarde, presidente del FMI ha dichiarato che la crescita “mediocre” dell’economia globale potrebbe durare ancora per parecchio tempo mettendo in serio pericolo tutti gli sforzi compiuti per porre fine alla disoccupazione.  La signora Lagarde ha mostrato come, nonostante gli sforzi delle principali banche centrali volti ad aumentare l’attività attraverso tassi di interesse estremamente bassi, l’economia mondiale si sia indebolita negli ultimi sei mesi.

Il rame guadagna 4 punti stabilizzandosi al di sopra dei 3$ poiché gli investitori hanno approfittato dei prezzi convenienti per acquistare il metallo. Le festività nazionali cinesi, il più grande consumatore mondiale di rame manterranno lo Shanghai Futures Exchange fino al 7 ottobre. Intanto, la Freeport-McMoRan Inc. ha riavviato i lavori di estrazione nella miniera di rame di Grasberg, in Indonesia, dopo che gli stessi erano stati sospesi il 27 settembre a causa di un incidente. I future del rame scendono al di sotto dei 3$ al chilo postando i minimi degli ultimi cinque mesi su retro del forte malessere economico in Europa che riduce notevolmente le prospettive della domanda.

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