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I Dati Positivi sul Pil Spingono il Dollaro USA alle Stelle

Da
James Hyerczyk
Aggiornato: Sep 27, 2014, 14:23 GMT+00:00

In seguito alla pubblicazione di un rapporto che segnala un’accelerazione della ripresa economica negli USA superiore alle attese, il dollaro si muove su

I Dati Positivi sul Pil Spingono il Dollaro USA alle Stelle

In seguito alla pubblicazione di un rapporto che segnala un’accelerazione della ripresa economica negli USA superiore alle attese, il dollaro si muove su terreno positivo per il sesto giorno consecutivo. L’ottima salute dell’economia statunitense potrebbe favorire un aumento anticipato del tasso di interesse da parte della Federal Reserve.

In base al nuovo dato rivisto al rialzo riferito al secondo trimestre, negli USA il Prodotto Interno Lordo sarebbe cresciuto a un tasso su base annua del 4,6%, il valore più alto dal terzo trimestre del 2011. La lettura di oggi supera la precedente stima di un 4,2%, e soprattutto rappresenta un impressionante balzo in avanti rispetto al -2,1% del primo trimestre.

La revisione dell’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan rimane invariata a 84,6, valore inferiore alle previsioni di un 85,1.

I trader hanno sostanzialmente ignorato la lettura della fiducia dei consumatori, evidentemente scegliendo di concentrarsi sul rapporto sul PIL. Mentre il dollaro ha registrato un rialzo che lo ha spinto a sfiorare il massimo dal luglio 2013, la sterlina britannica, l’euro e i mercati dell’oro sono tutti crollati sotto la pressione del dollaro stesso.

La coppia GBP/USD si appresta a chiudere la settimana in ribasso, principalmente a causa della pressione esercitata dal rafforzamento dell’economia statunitense. Il clima di euforia della scorsa settimana, legato all’esito del referendum per l’indipendenza della Scozia, oramai si è evidentemente dissolto. I trader ora rivolgono l’attenzione alla tempistica di un eventuale aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e della Banca d’Inghilterra. Guardando alla risposta dei trader di questa settimana, sembra proprio che stiano puntando sul fatto che a fare la prima mossa sarà proprio la Fed.

Le previsioni al ribasso per l’economia dell’eurozona continuano a pesare sulla coppia EUR/USD. All’origine della pressione esercitata delle vendite ci sarebbero le dichiarazioni di questa settimana da parte del Presidente della BCE Mario Draghi, che invoca misure di stimolo aggiuntive; l’effetto potrebbe protrarsi anche nella settimana successiva, fino a spingere il mercato a ridosso del minimo del 13 novembre 2012, a 1,2660.

Oggi, al Comex, la diffusione dei dati positivi sul PIL statunitense ha provocato un ribasso sui prezzi dell’oro per il mese di dicembre, anche se sul grafico orario giornaliero non si è arrivati a stampare un nuovo minimo. L’inversione rialzista del prezzo di chiusura di ieri è un fatto notevole, e potrebbe segnalare il raggiungimento del livello di fondo; un’eventuale chiusura sopra il livello 1216,60 $ metterebbe il mercato in condizione di chiudere la settimana in rialzo, e questo potrebbe favorire un rally nel corso della prossima settimana.
Nella giornata di venerdì anche i futures sul petrolio greggio del mese di novembre hanno chiuso al rialzo. Sembra proprio che il calo delle scorte di petrolio sia stato sufficiente a mettere il mercato in condizioni di sperimentare la prossima settimana un’inversione rialzista del trend principale sul grafico giornaliero ma nel caso in cui l’azione militare in Siria dovesse conoscere un’escalation, a sostenere il mercato potrebbe contribuire anche la minaccia di interruzione nei rifornimenti in Medio Oriente.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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