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I dati deludenti sull’occupazione negli Stati Uniti continuano a pesare sul dollaro

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Oct 5, 2015, 18:18 GMT+00:00

Nelle prime ore di lunedì, la maggior parte delle principali valute si è mossa in rialzo sul dollaro. L'apprezzamento rappresenta una reazione al

I dati deludenti sull’occupazione negli Stati Uniti continuano a pesare sul dollaro

Nelle prime ore di lunedì, la maggior parte delle principali valute si è mossa in rialzo sul dollaro. L’apprezzamento rappresenta una reazione al deludente rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli degli Stati Uniti, pubblicato nella giornata di venerdì. I dati hanno provocato un calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitense, rendendo il dollaro un investimento meno attraente. Il risultato ha, inoltre, raffreddato le aspettative riguardo al possibile innalzamento dei tassi da parte della Fed nel mese di dicembre. Alla luce degli ultimi sviluppi, la manovra restrittiva potrebbe aver luogo a marzo 2016. 

Secondo il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, nel mese di settembre, i settori non agricoli hanno registrato un aumento dell’occupazione pari a 142000 unità. Il risultato è di gran lunga inferiore alle previsioni degli economisti, che si aspettavano un incremento di 202000 nuovi occupati. I dati di agosto, che davano una crescita dell’occupazione, sono stati rivisti al ribasso, con il tasso di disoccupazione che rimane al 5,1%, segnando il minimo degli ultimi sette anni, i salari che non aumentano e più individui che escono dalla forza lavoro.

Considerando l’azione del prezzo dei contratti future sui Fed fund, è possibile notare come i dati deludenti abbiano provocato un calo delle scommesse sul rialzo dei tassi da parte della Fed alla prossima riunione sulla politica monetaria, prevista per il 27-28 ottobre, dal 41,5% dello scorso mese e dal 18% dell’ultima settimana al 10%. Le probabilità di un rialzo dei tassi a marzo 2016 superano il 50%. 

La coppia USD/JPY è stata negoziata a quota 120,170, segnando un apprezzamento di 0,297. La mossa è in primo luogo dovuta all’attività di carry trade e al rialzo dei mercati azionari degli Stati Uniti. Il dollaro neozelandese ha guadagnato lo 0,9% per raggiungere quota 0,6488, dopo essere salito dello 0,5% nella giornata di venerdì. Il dollaro australiano è salito dello 0,5% a quota 0,7077 a seguito di tre giorni di rialzi. 

La coppia EUR/USD ha sperimentato un apprezzamento dello 0,4%, raggiungendo quota 1,1255. La coppia EUR/JPY si è mossa in rialzo di 0,900 punti, ossia del 6,7%, toccando quota 1,35272.

Pubblicati i dati sull’occupazione negli Stati Uniti, l’attenzione tornerà a concentrarsi sulla decisione che il comitato per la politica monetaria della Reserve Bank of Australia prenderà nel corso di questa settimana. Aumenta la pressione sulla Rba perché, al prossimo vertice del 6 ottobre, tagli i tassi di interesse. La ragione principale di tale mossa è il rapporto negativo del Fondo Monetario Internazionale, che prevede un crollo della crescita per i paesi esportatori di materie prime, compresa l’Australia.

Attualmente, il tasso di interesse di riferimento della RBA è al 2%, dopo due tagli effettuati nel corso dell’anno. Secondo numerosi economisti, non è da escludere una mossa alla fine del 2015 o all’inizio del 2016. Alcuni ritengono che vi saranno due tagli del tasso per la fine dell’anno.

Alla riunione del 6 ottobre, è, inoltre, probabile che la Rba riveda al ribasso le sue attuali previsioni di crescita, in quanto troppo ottimistiche. Con una manovra restrittiva negli Stati Uniti esclusa forse fino a marzo 2016, la Rba potrebbe attuare un taglio dei tassi nel corso del prossimo vertice o attendere fino a circa la fine dell’anno. La scelta potrebbe essere influenzata anche dalla possibilità che la Banca Popolare Cinese decida di varare un’ulteriore serie di misure di stimolo.

Per questa settimana, l’evento che maggiormente influirà sul dollaro neozelandese è rappresentato dall’asta di GlobalDairyTrade, prevista per la giornata di martedì. Dal mese di agosto si sono registrati tre aumenti consecutivi dei prezzi del latte. Secondo Tennent-Brown, l’esito della prossima asta potrebbe influenzare la valuta neozelandese.

L’indagine sulla fiducia delle imprese svolta dal New Zealand Institute of Economic Research verrà pubblicata nella giornata di martedì e rappresenterà uno dei maggiori temi di discussione per la prossima riunione della Reserve Bank of New Zealand, prevista per la fine del mese.

La prossima riunione della Banca del Giappone sulla politica monetaria si svolgerà in data 7 ottobre. Nel corso del vertice, sarà probabilmente discussa la necessità di un nuovo programma di stimolo. A oggi, l’inflazione rimane immobile e stanno emergendo segnali di un ritorno dell’economia in recessione.

Secondo alcuni economisti, le valutazioni dell’economia svolte dal governo e della banca centrale sono eccessivamente ottimistiche. Secondo altri, permane il rischio che il Giappone ritorni in deflazione.

Qualora la BoJ dovesse annunciare un importante programma di stimolo, ciò potrebbe accadere venerdì 30 ottobre, quando verrà pubblicato il documento sulle prospettive della Banca del Giappone. Tra le opzioni a disposizione della banca centrale nipponica per nuove misure di stimolo vi sono l’acquisto di titoli di Stato a più lunga scadenza o di fondi indicizzati quotati e l’investimento in fondi comuni immobiliari. .

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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