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I Dati al di Sopra delle Aspettative Sostengono il Rally delle Valute Asiatiche

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 8, 2015, 18:04 UTC

Le valute asiatiche, con l'uscita di importanti dati economici dalla Cina e dal Giappone, hanno vissuto una mattinata impegnativa. Il dollaro australiano

I Dati al di Sopra delle Aspettative Sostengono il Rally delle Valute Asiatiche
I Dati al di Sopra delle Aspettative Sostengono il Rally delle Valute Asiatiche
I Dati al di Sopra delle Aspettative Sostengono il Rally delle Valute Asiatiche

Le valute asiatiche, con l’uscita di importanti dati economici dalla Cina e dal Giappone, hanno vissuto una mattinata impegnativa. Il dollaro australiano guadagna 26 punti attestandosi a 0,6950 mentre il kiwi ne guadagna 17 salendo a 0,6277; il dollaro USA rimane sostanzialmente stabile a quota 96,16. I dati provenienti dalla Cina hanno contribuito a sostenere le valute dei paesi esportatori di materie prime. Il dollaro australiano si muove su terreno positivo per il secondo giorno consecutivo in scia al rapporto dalla Cina che nel mese scorso indica un rallentamento del calo delle esportazioni.

L’Aussie, nonostante i dati provenienti dalla Cina che indicano un’accelerazione del calo delle importazioni, guadagna terreno contro tutte le 16 principali valute internazionali. In vista della riunione di giovedì della Banca centrale – nella quale è prevista una revisione della politica monetaria – il dollaro neozelandese si muove in rialzo, dopo aver recentemente toccato il minimo degli ultimi sei anni. Secondo le stime dei trader, in una fase in cui assistiamo al rallentamento della crescita economica in seguito al crollo dei prezzi del settore caseario (il più importante settore di esportazione del paese), le probabilità che giovedì il Governatore della Reserve Bank Graeme Wheeler decida di tagliare il tasso di prestito ufficiale di un quarto di punto (al 2,75%) sarebbero del 78%. Peggiora anche il clima di preoccupazione per l’avvicinamento del ciclone El Nino, che con l’arrivo dell’estate potrebbe provocare siccità, incidendo sulla produzione agricola e sulla crescita economica.

I dati pubblicati dal governo cinese indicano che nel mese di agosto le esportazioni sono scese del 6,1% rispetto all’anno precedente, contro l’8,9% del mese di luglio. Le importazioni hanno ceduto il 14,3%, rispetto alla flessione dell’8,6% registrata nel mese di luglio. I dati superiori alle aspettative hanno contribuito a sostenere i mercati.

“Questi dati confermano che la debolezza dell’economia cinese è destinata a perdurare e suggeriscono che non siamo ancora arrivati al punto più basso” dichiara Bernard Aw, strategista per la IG Markets. “L’economia cinese rimane fonte di preoccupazione per l’intero sistema economico e i mercati globali” aggiunge Aw.

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I dati sono i primi di una serie di rapporti economici attesi in settimana che potranno essere utilizzati come termometro per valutare lo stato di salute dell’economia cinese, motore della crescita dell’economia globale.

Secondo il rapporto pubblicato venerdì dal Dipartimento del Lavoro USA, nel mese di agosto si sarebbe registrato un incremento pari a 173.000 posti di lavoro, una lettura al di sotto delle stime. Il dato nei due mesi precedenti è stato però rivisto al rialzo, un fattore che ha spinto il tasso di disoccupazione al di sotto delle previsioni per una lettura pari al 5,1%, ai minimi dall’aprile 2008.

Si tratta dell’ultimo rapporto prima della riunione della Fed prevista per il 16 e 17 settembre, dove sono attese decisioni sul tasso di interesse. Ieri i mercati finanziari Usa sono rimasti chiusi in occasione della festività del Labor Day.

“La presa di consapevolezza del fatto che la Fed aumenterà i tassi di interesse nel corso del 2015 ha pesato sul sentiment di mercato” dichiara Bernard Aw, strategista per la IG Markets, Singapore.

In Giappone i dati sulla bilancia commerciale hanno contribuito a sostenere la valuta, e ad esso si aggiunge un valore del Pil superiore alle aspettative. Stando ai nuovi dati, nel secondo trimestre l’economia giapponese avrebbe subito un rallentamento inferiore alle aspettative -nonostante il calo della spesa in capitale superiore alle previsioni – e premono sulle forze politiche affinché prendano iniziative atte a ridare energia a una ripresa troppo fragile.

Gli analisti prevedono nel periodo luglio-settembre un qualche debole rimbalzo della crescita, dato che nel mese di luglio la produzione del settore manifatturiero ha subito una calo imprevisto e il rallentamento della Cina compromette le prospettive di una ripresa solida delle esportazioni. Le autorità in Giappone si aggrappano alla speranza che le aziende decidano di utilizzare i forti profitti legati al calo dello yen e al calo dei costi di energia per aumentare salari e investimenti, generando un ciclo positivo di crescita e di un aumento dei consumi.

Tuttavia la recente serie di dati deboli gettano un’ombra di dubbio sulla Banca del Giappone secondo la quale la ripresa solida porterà l’inflazione verso l’obiettivo del 2% attorno al settembre del prossimo anno. Nella valutazione di fine mese la Banca del Giappone dovrebbe offrire un giudizio negativo sulle economie estere, sebbene in molti preferiscano rinunciare a un’espansione delle misure di stimolo. Lo Yen si attesta a 119,23, in ribasso di quattro punti, mente contro l’euro cede 13 punti attestandosi 133,09.

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