Questa mattina il mercato aurifero si muove al rialzo guadagnando due dollari sul retro di un incremento delle tensioni geopolitiche che hanno visto gli
L’Argento si muove al ribasso perdendo lo 0,3% ed è scambiato a 17,75$. Ricordiamo come, il 22 settembre, i prezzi del metallo abbiano postato i minimi da luglio 2010 a 17,3491$. Il palladio registra un incremento dello 0,4% per attestarsi su quota 818,16$ l’oncia. Anche in questo caso, ci sembra opportuno segnalare come nella giornata di ieri, il metallo abbia postato i minimi dal 12 maggio a 800,15$ per poi invertire la rotta e registrare un incremento dell’1,8%. Il platino guadagna lo 0,3% ed è scambiato a 1,335.50$, tuttavia, proprio come gli altri metalli, anche il palladio, il 22 settembre, posta i minimi dal 20 dicembre a 1,324.94$.
A seguito dei raid aerei in Siria, i prezzi del metallo giallo rimbalzano dai minimi degli ultimi 8 mesi sul retro di un incremento della domanda. A tale proposito, ricordiamo come, in caso di tensioni geopolitiche, il prezioso venga comunemente considerato come un porto sicuro per i propri investimenti. Gli Stati Uniti e i suoi alleati arabi hanno lanciato una raffica di attacchi aerei contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria. Detto questo, nel mese di settembre, che non è ancora giunto a termine, le vendite di monete d’oro da parte della zecca degli Stati Uniti hanno raggiunto le 43,2 mila once e sembrano essere intenzionate a postare i massimi da giugno registrando un incremento del 73% sul totale di agosto.
Il dollaro statunitense perde terreno contro la maggior parte delle valute principali poiché i segnali di una irregolare ripresa economica hanno smorzato le speculazioni riguardanti la possibilità di assistere ad un incremento dei tassi di interesse Fed entro la prima metà del 2015.
Mercoledì il metallo giallo si muove al ribasso per il terzo giorno su quattro sul retro di un dollaro forte e degli ottimistici dati di produzione che hanno mantenuto i prezzi in prossimità dei minimi spingendo gli investitori a “riprendersi” i fondi. Dopo i piccoli guadagni di martedì, le operazioni militari statunitensi contro la Siria non sono riuscite a stimolare ulteriormente la domanda del prezioso.
Martedì, gli Stati Uniti e i suoi alleati arabi hanno bombardato, per la prima volta, gruppi di militanti in Siria, uccidendo decine di combattenti dello Stato Islamico, membri di un gruppo separato legato ad al Qaeda e aprendo un nuovo fronte in mezzo a mutevoli alleanze in Medio Oriente. Sempre martedì, le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo, registrano un calo di 1,2 tonnellate per attestarsi su quota 773,45 tonnellate. In un simile scenario, il prezioso sembra essere destinato a raggiungere la maniglia dei 1200$, livello dalla forte pregnanza psicologica.
Un dollaro statunitense forte grava sui mercati dei metalli. Questa settimana il rame posta lievi rincari dopo essere stato negoziato in prossimità dei recenti minimi a 3,038$. Il metallo rosso sembra essere bloccato vicino ai minimi degli ultimi tre mesi poiché le brillanti prospettive economiche degli Stati Uniti non sono riuscite a superare nervosismo sulla crescita globale. Inoltre, le indagini effettuate hanno mostrato come le imprese dell’Eurozona abbiano nuovamente tagliato i prezzi e come l’attività di fabbrica in Cina sia cresciuta solo marginalmente, fattori che accendono i riflettori su un possibile stimolo economico pianificato dai responsabili politici. Stando a quando dichiarato dall’organizzazione del commercio, quest’anno e probabilmente anche il prossimo anno, il trading globale crescerà meno del previsto sul retro di forti conflitti regionali e di una ormai diffusa epidemia conosciuta col nome di Ebola. Per quanto riguarda la sessione odierna, i metalli di base dovrebbero muoversi leggermente al rialzo.