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I Bassi Prezzi del Petrolio Potrebbero Avere un Forte Impatto sull’Economia Russa

Da
Barry Norman
Aggiornato: Aug 25, 2014, 18:08 GMT+00:00

L'abbondante offerta di petrolio ha tenuto sotto pressione il prezzo del Brent, che nel mese di ottobre ha fatto segnare un -18% scendendo a 102,11$ il

I Bassi Prezzi del Petrolio Potrebbero Avere un Forte Impatto sull’Economia Russa
I Bassi Prezzi del Petrolio Potrebbero Avere un Forte Impatto sull’Economia Russa

L’abbondante offerta di petrolio ha tenuto sotto pressione il prezzo del Brent, che nel mese di ottobre ha fatto segnare un -18% scendendo a 102,11$ il barile; il petrolio WTI ha perso il 18%, attestandosi a 93,97$ il barile. Mentre le tensioni a livello globale continuano a salire, l’offerta di petrolio rimane superiore alle aspettative. Venerdì il Presidente della Federal Reserve Janet Yellen ha fatto cenno alle preoccupazioni di alcune autorità della Fed circa il livello di sostenibilità delle misure di stimolo monetario, sottolineando altresì la necessità di agire con cautela per un eventuale incremento del tasso di interesse. Attraverso un linguaggio più audace che in passato, il Presidente della BCE Mario Draghi ha sottolineato che, qualora l’inflazione dovesse scendere ulteriormente, la banca centrale sarà pronta a rispondere con gli strumenti a sua disposizione. La prossima revisione delle misure di politica economica della BCE è attesa per il 4 settembre. Prima di allora, i dati sull’inflazione dell’eurozona attesi per venerdì saranno tenuti sotto stretta osservazione dai mercati. Gli analisti intervistati da Reuters stimano che l’inflazione annuale sia scesa dallo 0,4% del mese di luglio allo 0,3% nel mese di agosto, valori ben al di sotto del “livello di pericolo” (1%) e del tasso obiettivo (poco sotto il 2%) definiti dalla BCE.

Per quanto riguarda le notizie dal mercato della benzina, un operatore di primo livello dell’industria del petrolio iraniana ha dichiarato che il paese è determinato completare le fasi di sviluppo delle sue raffinerie per spingere la produzione di benzina entro la fine del l’anno – secondo il calendario iraniano (20 marzo) a 68 milioni di litri al giorno.

Un operatore della Società Nazionale Iraniana di Distribuzione di Prodotti Petroliferi (NIOPDCC) ha dichiarato che, ammesso che alcuni progetti di sviluppo siano completati nelle raffinerie di Abadan, Lavan e Abbas Bandar, la capacità di produzione del paese potrebbe superare i 68 ml di benzina al giorno. Ha poi aggiunto che la produzione della raffineria di Abadan, ultimata la terza fase di sviluppo, raggiungerà i 12,5 ml al giorno. Inoltre, la raffineria di Laban produrrà 1100ml al giorno e quella di Bandar Abbas entro la fine dell’anno iraniano parteciperà con 2 ml al giorno. L’Iran attualmente produce 62,8 ml al giorno e si prevede che possa raggiungere entro fine anno i 68,3 ml.

Mentre negli Stati Uniti, in concomitanza della festa del lavoro di lunedì primo settembre, si avvicina la stagione degli esodi, e in GB oggi iniziano le festività estive del settore bancario, la domanda di benzina è prevista in aumento. Secondo l’indagine di Lundbetg pubblicata domenica, in USA nelle ultime due settimane il prezzo medio al gallone sarebbe sceso di quattro centesimi, mentre i prezzi del petrolio avrebbero continuato l’andamento al ribasso.


L’industria del petrolio sta organizzando le proprie lobby affinché, dopo le elezioni, esercitino una pressione a favore di un allentamento del divieto di esportazione di petrolio dagli Stati Uniti (divieto che dura oramai da 40 anni), argomentando che un’allentamento del divieto creerebbe occupazione e rappresenterebbe uno stimolo per l’economia. Tuttavia i produttori di petrolio in questo senso devono affrontare una serie di sfide, anche se i repubblicani – spesso alleati del settore industriale – riuscissero a ottenere il controllo del Senato alle lezioni di autunno. Alcuni parlamentari del comitato nazionale repubblicano appoggiano un alleggerimento del divieto dato che la pratica del “fracking” ha determinato un aumento della produzione a livelli record.

 

Le tensioni internazionali e la nuova “guerra fredda”, sommate alle sanzioni e all’embargo, probabilmente avranno un impatto significativo sull’economia Russia, ma i bassi prezzi del petrolio potrebbero avere un impatto una ancora più pesante. La Russia ha un problema con il petrolio. Il paese ha sviluppato una forte dipendenza dalla tassazione delle rendite del petrolio, che contribuiscono a fare cassa, e il problema è che i bassi livelli di prezzo di oggi costituiscono una minaccia per petrolio greggio russo. Secondo Reuters, il bilancio previsionale russo viene redatto supponendo un prezzo medio del petrolio pari a 114$ il barile. Oggi come oggi, però, il prezzo è decisamente più basso: sceso sotto i 100$ per la prima volta da inizio anno, il prezzo del petrolio degli Urali ha registrato una ribasso di 15 $ in meno di un mese. Tenete presente che il 50% delle entrate previste dal governo russo viene dal petrolio. Qualora il prezzo effettuasse un rimbalzo, non ci sarebbero grandi problemi. Se, invece, i prezzi del petrolio rimanessero bassi per lungo tempo, il prezzo che l’economia del paese potrebbe pagare potrebbe essere molto alto.

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