La scorsa settimana le notizie erano tutte per i dati economici Usa in vista di due momenti-chiave del forum di Jackson Hole: gli interventi di Janet
Il dollaro Usa ha tratto particolare beneficio dalle parole pronunciate a Jackson Hole (Wyoming) dal presidente Fed Janet Yellen, che non ha mancato di sottolineare l’incremento occupazionale occorso negli ultimi 5 anni di ripresa economica. La sterlina britannica ha intanto toccato il minimo dallo scorso aprile per via di un’inflazione che si è mossa al di sotto delle aspettative. Stando a un’indagine condotta da Bloomberg, il rapporto del dipartimento del Commercio Usa atteso per la giornata di domani evidenzierà un incremento del 7,6% negli ordinativi di merci durevoli. Intervenendo davanti al Congresso Usa, il presidente Yellen ha avuto modo di affermare che la Fed inizierà a ridurre gradualmente i propri stimoli all’economia dal momento che quest’ultima sembra godere ancora una volta di buona salute. Yellen ha inoltre sostenuto che il dollaro Usa non è a rischio inflazione e che l’economia statunitense necessiterà, ancora per qualche tempo, di bassi tassi d’interesse. Tanto più rapidamente saranno ridotti gli stimoli monetari, tanto più velocemente si muoverà al rialzo la banconota verde. Ad ogni modo, l’alleggerimento quantitativo della Fed si rende ancora necessario per dare l’ultimo sostegno al mercato del lavoro e a quello immobiliare.
Per quanto riguarda il valore del dollaro e lo stato delle relazioni internazionali, c’era più di un timore che l’offensiva dell’esercito ucraino avrebbe portato a scontri ancora più sanguinosi con gli insorti, benché fonti russe si siano affrettate a negare che quest’ultima offensiva abbia mai avuto luogo, mentre ieri i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina davano vita, a Berlino, a dei “difficili” colloqui sulla crisi in Europa orientale.
Poco dopo l’intervento del presidente Yellen, il dollaro Usa si muoveva al rialzo nei confronti delle sue controparti, con il cross USD/JPY che si attestava a 103,87. La banconota verde ha inoltre toccato un massimo di metà giornata a 104,19, pur dovendo cedere buona parte dei propri guadagni con il proseguo della sessione. Nell’ultima settimana lo yen nipponico si è mosso al rialzo dell’1,5%, la miglior performance settimanale dal luglio 2013.
È dal principio del mese di luglio che la divisa statunitense si muove al rialzo nei confronti delle proprie controparti: la novità è che la corsa al rialzo si è fatta ancor più sostenuta grazie al ritmo di crescita dell’economia Usa nei confronti degli altri paesi sviluppati, e in particolar modo rispetto a Giappone ed Eurozona. Il governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda ha affermato che la possibilità di impiegare lavoratori stranieri per soddisfare la domanda occupazionale nipponica merita la sua attenzione, così come la necessità di garantire una maggiore partecipazione al mondo del lavoro sia alle donne che agli anziani. Kuroda ha parlato ieri nel corso della conferenza annuale della Fed di Kansas City.
Infine, l’euro si è mosso al ribasso per essere scambiato a 1,3223 dollari Usa, perdendo circa lo 0,35% nei confronti della controparte nordamericana. La sterlina britannica viaggia invece a 1,6576, dopo che il vice-governatore della Banca d’Inghilterra Ben Broadbent ha affermato che il rialzo dei tassi d’interesse britannici sarà “materialmente diverso” rispetto a quanto sperimentato in passato. Riprendendo le parole del suo superiore Carney e intervenendo al forum dei banchieri centrali di Jackson Hole, Broadbent ha affermato che qualsiasi incremento superiore allo 0,5% nel tasso di riferimento principale non potrà che avvenire gradualmente: “il sentiero che dovremo seguire per rialzare i tassi d’interesse al fine di ottemperare al nostro mandato seguirà un andamento materialmente diverso rispetto a quanto avvenuto nel passato”.