Questa mattina il greggio WTI si muove nuovamente al ribasso perdendo 39 centesimi ed è negoziato a 80.13$ mentre il Brent posta un calo di 33 centesimi
Il greggio estende le sue perdite poiché produttori come l’Arabia Saudita hanno tagliato i prezzi dell’esportazioni al fine di stimolare la domanda in uno scenario che vede la produzione statunitense di greggio postare i massimi degli ultimi 30 anni. Stando a quanto riportato dall’EIA, il braccio statistico del Dipartimento dell’Energia, nella settimana conclusasi il 17 ottobre, la produzione media era di 8,93 milioni di barili giornalieri, ovvero lo 0,2% in meno della settimana precedente, quando gli Stati Uniti hanno postato i massimi dal giugno del 1985.
I dati hanno mostrato come le scorte di greggio siano salite a 377,7 milioni di barili, i massimi dal mese di luglio. Le scorte di Cushing, Oklahoma, il più grande centro di stoccaggio di greggio della nazione e punto di consegna dei future WTI, postano un incremento di 953,000 barili per attestarsi su quota 20,6 milioni. Le scorte di benzina si muovono al ribasso postando un calo di 1,3 milioni di barili contro gli 1,45 milioni precedentemente stimati. I combustibili distillati, tra cui mensioniamo cherosene e gasolio riportano un incremento di 1.05 milioni di barili raggiungendo così i 125,7 milioni di barili. Stando a quanto dichiarato ieri in una e-mail da Kamal, i mercati petroliferi mostrano un eccesso dell’offerta di circa un milione di barili giornalieri, il funzionario, ha inoltre sottolineato che si tratta di una visione del tutto soggettiva e non della Libia.
Il governatore libico all’OPEC, ha chiesto al gruppo di ridurre la produzione di greggio di almeno 500.000 barili giornalieri poiché i principali membri dell’organizzazione hanno preferito ridurre i prezzi per proteggere le quote di mercato, piuttosto che ridurre la produzione e aumentare i prezzi.
Ricordiamo come nella e-mail di ieri, Samir Kamal, abbia parlato di un eccesso dell’offerta di greggio di circa un milione di barili giornalieri e come questa comunicazione sia del tutto soggettiva, infatti, il funzionario ha voluto precisare che non si tratta di una posizione ufficiale della Libia, ma del suo punto di vista. Per la prima volta un rappresentante di una nazione appartenente all’organizzazione suggerisce una riduzione della produzione in un mercato ribassista.
Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come nel mese di giugno, il Brent abbia postato un calo del 25% sul retro di un forte taglio delle esportazione effettuato dai produttori come l’Arabia Saudita. L’obiettivo del taglio era l’incremento della domanda e il conseguente rincaro dei prezzi. Detto questo banche come la BNP Paribas SA e la Bank of America Corp prevedono una riduzione della fornitura OPEC, scenario che potrebbe spingere i prezzi del combustibile leggermente al rialzo.
Ricordiamo, inoltre, come l’incremento delle scorte statunitensi, un dollaro in continua ascesa e un calo dei mercati azionari abbiano contribuito a spingere il prezzo del greggio al ribasso. Mercoledì, i future del greggio statunitense si muovono al ribasso nella sessione asiatica stabilizzandosi in prossimità dei minimi degli ultimi due anni, minimi postati la scorsa settimana a 79,78$. I trader attendono nervosamente l’odierno rilascio del rapporto relativo all’attività manifatturiera di Cina ed Europa. A tale proposito, ricordiamo come, questo mese, i segni di un rallentamento della ripresa economica cinese e dell’eurozona abbiano incrementato i timori riguardanti un possibile rallentamento della crescita globale, scenario che potrebbe innervosire ulteriormente gli investitori.