Questa settimana i trader del comparto energetico possono prendere un po' di respiro. Il gas naturale rimane pressoché invariato a quota 2,807, comunque
Il petrolio WTI e il Brent, i prodotti più scambiati sui mercati energetici, sono rimangono in attesa insieme ai mercati di commodity in generale. Il WTI rimanere all’interno di un range ristretto fermandosi a quota 59,19, mentre il Brent resiste a quota 65,50, entrambi appena al di sotto di livelli dal forte impatto psicologico. Il barile si è mosso in ribasso: il rally che durava da diverse settimane è stato incoraggiato da una ripresa nella già tracimante offerta di scisto, anche se il governo prevede per giugno una calo di produzione su questo tipo di giacimenti.
Il WTI chiude una serie di otto settimane consecutive su terreno positivo mentre il Brent, dopo quattro settimane in positivo, fa segnare la prima flessione lasciando intendere che il mercato sta rispondendo a questi incrementi di prezzo; dopo mesi di tagli la scorsa settimana, per la per volta nel 2015, le piattaforme di trivellazione nell’imponente giacimento di scisto di Permian hanno registrato un incremento.
L’Agenzia di Informazione sull’Energia prevede nel mese di giugno un calo di produzione dai giacimenti di scisto USA di 71.000 barili al giorno, per un totale di 4,97 milioni di barili al giorno.
L’impatto del rialzo del dollaro è stato in qualche attutito dal terzo taglio dei tassi di interesse in Cina negli ultimi sei mesi, una decisione che ha fatto sperare che il più grande consumatore di energia al mondo possa assorbire in parte l’eccesso di offerta. I fondi speculativi e altri grandi speculatori hanno aumentato per la settima settimana consecutiva le proprie posizioni rialziste sul petrolio greggio.
I crescenti timori da parte degli analisti sul sempre più ampio scollegamento fra mercato di future, che dal minimo registrato a gennaio ha guadagnato oltre il 40%, e il crescente eccesso di offerta sul mercato fisico. Secondo gli analisti della Morgan Stanley, l’aumento delle scorte, in particolar modo legato alla produzione di scisto e, potenzialmente, l’aumento della produzione dell’Opec hanno pesato sulle proiezioni del petrolio.
Nel rapporto del mese scorso l’OPEC prevede che il petrolio nel 2025 rimarrà a 76$, al di sotto delle più ottimistiche previsioni. Nel frattempo, i rappresentanti del governo hanno rinunciato domenica che il re saudita Salman non prenderà parte al summit regionale che si svolgerà a Camp David nel fine settimana, declinando l’invito del presidente Barack Obama. L’affronto potrebbe evidenziare la frattura fra le due nazioni riguardo l’accordo sul nucleare con l’Iran.