Giovedì gli speculatori abbandonano nuovamente il greggio, così come la maggior parte delle materie prime, sulla scia del rincaro del dollaro statunitense
Giovedì gli speculatori abbandonano nuovamente il greggio, così come la maggior parte delle materie prime, sulla scia del rincaro del dollaro statunitense dettato dai dati positivi mostrati dal mercato del lavoro, numeri che hanno preceduto l’odierno rilascio del rapporto mensile sui posti di lavoro. I prezzi del mercato aurifero hanno ripreso fiato mentre i trader hanno spostato le posizioni di mercato alla ricerca di profitti dopo le tre sessioni consecutive in territorio positivo registrate dal prezioso. Nel frattempo, i prezzi del greggio perdono ulteriore terreno poiché i dati rilasciati dall’Energy Information Administration degli Stati Uniti hanno mostrato un calo delle scorte più debole del previsto.
I parametri di riferimento del greggio sono crollati nelle prime ore di trading della sessione statunitense poiché il rapporto EIA per la settimana del 1 luglio ha mostrato un calo di 2,2 milioni di barili per un totale di 524,4 milioni di barili.
I dati sono nettamente inferiori a quelli pubblicati durante la notte dall’American Petroleum Institute che, per la scorsa settimana, avevano mostrato un calo di 6,7 milioni di barili registrando il settimo calo settimanale consecutivo. In risposta, il contratto future del Brent in scadenza perde il 3,1% o 1,54$ per attestarsi su quota 47,26$, mentre il greggio WTI posta un calo del 3,27% o 1,55$ raggiungendo i 45,88$.
Giovedì mattina l’Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti ha rilasciato il suo rapporto settimanale sullo stato del petrolio. I dati hanno mostrato come, la scorsa settimana, le scorte di greggio commerciale degli Stati Uniti siano diminuite di 2,2 milioni di barili, mantenendo un totale di 524,4 milioni di barili. Secondo l’EIA l’inventario di greggio commerciale per questo periodo resta a livelli storicamente elevati.
Stando a quanto riportato dall’EIA, la scorsa settimana le scorte di benzina totali hanno registrato un calo di 100 mila barili rimanendo nettamente al di sopra del limite superiore della media quinquennale. Nelle ultime quattro settimane, il totale della benzina per motori in dotazione (misura dell’agenzia di consumo) si attesta su una media di 9,8 milioni di barili giornalieri, in crescita del 2,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I prezzi alla pompa continuano a diminuire e con essi anche i profitti della raffinazione. Le scorte di benzina mostrano un incremento di 21 milioni di barili (9,6%) rispetto allo scorso anno. Le scorte di distillati mostrano una crescita dell’8,4% rispetto allo scorso anno.
La situazione non è normale per questo periodo dell’anno. La stagione estiva “dedicata ai guidatori” generalmente registra un incremento della domanda capace di innescare un calod elle scorte. E sebbene sia ancora presto per la “stagione di guida”, le raffinerie hanno anche assistito ad un primo trimestre piuttosto difficile: i 10 principali raffinatori indipendenti hanno registrato un utile netto complessivo di 944.000.000 $, in calo del 74% anno su anno. Le stime per i profitti del secondo trimestre sono in calo, infatti la possibilità di raggiungere i 10 miliardi di dollari registrati nel 2015 sembra altamente improbabile.
Tuttavia, la banca di investimento UBS ha aumentato le sue seconde previsioni per il Brent e il greggio WTI portandole rispettivamente a 51$ e a 48$, contro i 46,50$ e i 43,50$ precedentemente stimati poiché il mercato continua a confrontarsi con il riequilibrio tra domanda e offerta. La UBS prevede inoltre un ulteriore aumento nel 2017, infatti il Brent dovrebbe raggiungere i 60$ mentre il greggio WTI dovrebbe attestarsi su quota 57$, contro i 55$ e i 52$ precedentemente stimati.
Andando nella direzione opposta, Morgan Stanley prevede che la ripresa della produzione canadese, interrotta a causa dell’incendio divulgatosi nell’Alberta all’inizio dell’anno, sarà sufficiente per innescare un nuovo eccesso dell’offerta nel 2016 spingendo i prezzi del greggio all’interno di un range compreso tra i 30$ e i 50$.