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In Giappone in Corso Arresti Contro il Mining Illegale. Come Difendersi?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 13, 2018, 08:18 UTC

Giunge dal Giappone una notizia di indagine in corso relativa all’uso illegale dei computer per l’estrazione (mining) delle criptovalute. Vari dipartimenti della polizia giapponese stanno indagando un gruppo di persone in particolare. Si configura così il primo caso penale in Giappone legato all’attività di hijacking di personal computer.

Mining Illegale Criptovalute

Secondo fonti investigative sono tre le persone coinvolte nel reato tra cui uno sviluppatore di siti internet. Questi avrebbero predisposto nell’autunno del 2017 un sito web in cui avrebbero installato un programma per il mining delle monete digitali. Il software si attiva quando l’utente visita il sito internet usando la potenza di calcolo dell’ignaro lettore per estrarre crypto.

Il Primo Caso in Giappone

Si tratta del primo caso in Giappone in cui l’uso illegale di computers per il mining di criptovalute viene classificato come crimine. L’operazione di polizia sta coinvolgendo più prefetture giapponesi, tra le quali Kanagawa, Chiba e Tochigi nel Giappone centrale.

Il caso viene considerato come attività penalmente rilevante perché l’installazione del programma per il mining è stata fatta senza il consenso esplicito del proprietario del PC, forzando quest’ultimo a svolgere una attività non voluta dal possessore.

La polizia ha anche precisato che non intende perseguire quei siti web dove il software per il mining è segnalato ai lettori e lascia libera scelta di installarlo oppure no.

I Casi in Cui è Lecito Farlo

Se il proprietario di un sito internet decide di introdurre un programma per il mining delle criptovalute nella piattaforma perché possa essere usato dai PC dei lettori per fare il mining, egli è obbligato a darne chiara informazione ai visitatori. I lettori devono essere liberi di poter scegliere se partecipare all’attività, in quale misura e per quanto tempo.

In Australia l’Unicef ha lanciato una iniziativa di mining attraverso il suo sito internet che permette ai visitatori di donare la potenza del computer per estrarre criptovalute. In questo caso l’iniziativa è stata presentata e spiegata agli utenti, i quali liberamente hanno potuto decidere di partecipare all’attività. Unicef Australia intende in questo modo raccogliere fondi per le sue attività istituzionali.

Anche altri siti web hanno offerto il mining come alternativa ai banner pubblicitari.

Sicurezza Informatica a Rischio: Come Difendersi?

A parte i casi leciti e per scopi benefici, si pone un problema di sicurezza informatica. Questi programmi sono “invisibili” a un non esperto. Il software si installa nel computer senza mostrare schermate di notifica.

Un paio di modi per rendersi conto che qualcosa non va c’è.

  1. Il computer è stranamente lento.
  2. La ventola del processore gira a pieno regime per lungo tempo e non l’aveva mai fatto.

In questi casi è bene avviare una scansione completa del sistema con l’antivirus aggiornato all’ultima versione. I migliori antivirus sono progettati per scovare anche questo tipo di software.

Se si navigano spesso siti web sconosciuti o poco attendibili è bene fare scansioni frequenti del sistema.


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Coinhive è il Programma Incriminato: ma Non è l’Unico

Coinhive è il programma incriminato nel caso giapponese. Il software, disponibile gratuitamente online, è stato progettato appositamente per essere installato nei siti web e fare il mining usando la potenza dei processori dei visitatori.

Il software è tra i più usati perché rende di più rispetto agli altri. Non è l’unico, nel web ci sono anche Jsecoin e JS/Miner e molti altri.

Secondo la ricerca di Cyren Security Lab, gli scripts per il mining installati nei siti web sono aumentati del 725%. Un altro studio pubblicato ad ottobre dello scorso anno dalla Adguard, ha evidenziato come almeno mezzo miliardo di persone sono state vittima di questi software a loro insaputa.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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