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FOMC, RBNZ, BOJ, CBOR & BOC Impegnano I Trader

Da
Barry Norman
Pubblicato: Apr 30, 2015, 16:39 GMT+00:00

In apertura di settimana è stata la Fed ha tenere i mercati sulle spine; adesso è il turno della Reserve Bank of New Zealand (Rbnz), mentre l’ultima

FOMC, RBNZ, BOJ, CBOR & BOC Impegnano I Trader

In apertura di settimana è stata la Fed ha tenere i mercati sulle spine; adesso è il turno della Reserve Bank of New Zealand (Rbnz), mentre l’ultima parola sarà della Banca del Giappone (Boj). In chiusura di sessione odierna si riunirà anche la Banca di Russia; poco dopo i trader si concentreranno sulle parole del governatore Poloz della Banca del Canada (Boc).

Ieri il Fomc ha lasciato la porta aperta alla possibilità di assistere a un intervento sui tassi nel corso dei prossimi mesi. Il dollaro Usa ha recuperato 6 punti dopo aver toccato il minimo dell’ultimo trimestre ed è negoziato a 95,37 dopo che lo scorso mese era arrivato a superare quota 100. I mercati statunitensi hanno chiuso la sessione di ieri in territorio negativo per via della decisione Fed di non intervenire sui tassi e della conferma del rallentamento economico durante i mesi invernali. Il rapporto del dipartimento del Commercio indica che nel corso del primo trimestre 2015 l’economia Usa è cresciuta meno di quanto preventivato, espandendosi del +0,2% contro un’attesa del +1%. I mercati europei hanno chiuso con pesanti perdite dovute soprattutto all’incertezza in vista dell’annuncio Fed. La crescita del Pil Usa inferiore alle attese non ha mancato di incidere negativamente sulla fiducia degli investitori.

L’euro ha beneficiato più di tutti della flessione del dollaro, scambiato durante la mattinata odierna a 1,1105 (in ribasso di 23 punti) con i trader alla caccia di profitti e il mercato che impostava una correzione dopo l’iper reazione del mercoledì. Funzionari del governo ellenico hanno affermato che Atene avrebbe dovuto presentare ieri ai propri creditori una bozza di misure di riforma per comprovare loro la propria serietà in sede negoziale. La bozza non è che l’ultima mossa finalizzata a velocizzare i negoziati nella speranza di raggiungere un’intesa con i partner europei e il Fmi prima che la Grecia rimanga a corto di liquidità.

A seguito della dichiarazione Fed, l’euro è stato negoziato a 1,1116 dollari (da un massimo a 1,1188) e 132,32 yen giapponesi (da un massimo a 132,89). Martedì pomeriggio viaggiava a 1,0972 dollari e 130,36 yen.

Lo yen giapponese vive una fase di stanca in vista della dichiarazione Boj di quest’oggi. L’edizione del mattino del Nikkei sostiene che l’istituto centrale dovrebbe confermare il suo giudizio circa il rialzo dei prezzi al consumo grazie alla ripresa degli utili societari e all’aumento dei salari. Con la pubblicazione del rapporto semestrale ‘Outlook for economic activity and prices’, la Boj dovrebbe inoltre rivedere al ribasso la sua stima mediana sull’andamento dell’inflazione nell’anno fiscale 2015 dall’attuale +1%. Lo scorso 8 aprile il governatore centrale Kuroda rilevò che dallo scorso ottobre, mese in cui la Boj incrementò gli stimoli monetari, è diminuito il rischio di uscire in ritardo dalla deflazione. Il cross USD/JPY si mantiene all’interno di un range ristretto per essere negoziato a 118,94. Secondo un deputato della coalizione di governo del premier Abe, nel corso della riunione di politica monetaria odierna la Boj sarà costretta ancora una volta ad adottare una stance più accomodante per supportare la fiducia di consumatori e imprese, inducendoli a maggiori spese.

Il dollaro neozelandese ha perso 72 punti dopo che la Rbnz ha lasciato invariato al 3,5% il tasso d’interesse di riferimento: diversi trader avevano invece scommesso sul taglio di 25 punti base. La decisione dell’istituto centrale di non intervenire a meno che estremamente necessario ha portato il dollaro neozelandese ha cedere lo 0,8% fino a 0,7618. La flessione del Kiwi ha provocato la caduta della sua controparte australiana, che ha perso lo 0,3% fino a 0,7988 dopo aver raggiunto stanotte il massimo degli ultimi tre mesi sul dollaro Usa a 0,8077 grazie al momento di debolezza del biglietto verde.

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