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Fomc e Rbnz lasciano invariati i tassi e pubblicano dichiarazioni positive. Ora tocca alla BoJ

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Barry Norman
Pubblicato: Oct 30, 2014, 19:46 GMT+00:00

La due giorni di riunione del Fomc si è conclusa ieri pomeriggio con una dichiarazione incredibilmente positiva, mentre già oggi Janet Yellen si rivolgerà

Fomc e Rbnz lasciano invariati i tassi e pubblicano dichiarazioni positive. Ora tocca alla BoJ

La due giorni di riunione del Fomc si è conclusa ieri pomeriggio con una dichiarazione incredibilmente positiva, mentre già oggi Janet Yellen si rivolgerà ai mercati. Nel suo comunicato, il Fomc ha rivisto lievemente il proprio linguaggio per dipingere un quadro più roseo sullo stato del mercato del lavoro statunitense e sulla ripresa complessiva dell’economia americana. La possibilità di un rialzo dei tassi non è stata neppure ventilata, mentre i trader reagivano proprio come ci si sarebbe aspettato. Il dollaro Usa è infatti lievitato sino a 86,17 mentre l’oro ruzzolava a 1212 e sprofondavano le controparti valutarie principali della banconota vede.

A pochi minuti di distanza anche la Reserve Bank of New Zealand chiudeva la propria riunione di politica monetaria. La forza del dollaro ha assestato un duro colpo alla divisa neozelandese, già in caduta dopo che la banca centrale neozelandese aveva lasciato intendere che sarebbe passato ancora del tempo prima di un nuovo rialzo dei tassi. Stamattina il NZD è scambiato piatto a 0,78 dopo che l’istituto centrale della Nuova Zelanda ha lasciato inalterato al massimo degli ultimi 5 anni il tasso di riferimento principale, fatto cadere i riferimenti al prossimo rialzo e rinnovato il suo attacco contro il tasso di cambio della valuta. Il Kiwi ha perso circa il 10% contro il dollaro Usa dopo il massimo degli ultimi 3 anni e mezzo di metà luglio. L’Aussie viaggia anch’esso in territorio negativo a 0,8778 dopo aver perso circa un centesimo di dollaro a seguito dell’annuncio Fed e a fronte del rialzo del dollaro. Hanno chiuso in ribasso anche i principali indici azionari statunitensi, mentre il rendimento dei titoli a 10 anni lievitava di 5 punti base sino al 2,35%. I rendimenti dei titoli australiani a 10 anni si sono mossi di conserva, toccando il 3,40% dal 3,31%.

Rimanendo in Asia, lo yen nipponico è caduto sino a 109,01: le voci circa la nuova strategia del Fondo pensionistico del Giappone ha mantenuto in subbuglio i mercati del paese sin dal momento in cui il governo affermò, ormai quasi un anno fa, che il fondo pensionistico è troppo esposti sui titoli di Stato giapponesi. Il fondo ridurrà intende ridurre dal 60 al 40% il proprio debito, rimasto invariato sin da maggio, stando a quanto rivela la media delle previsioni. Il fatto è che il programma di acquisto-titoli della Banca del Giappone ha fatto sprofondare i rendimenti degli stessi, inducendo le autorità del paese a mutare la strategia d’investimento del fondo. I rendimento dei titoli a 10 anni si sono contratti dello 0,46% solo nell’ultima settimana, toccando il minimo già raggiunto nell’aprile del 2013, quando la banca centrale lanciò il proprio programma di stimoli. È prevista per domani la riunione dell’istituto centrale dopo che gli ultimi dati hanno rivelato un inaspettato balzo in avanti della produzione industriale e delle vendite al dettaglio per il mese di settembre. La BoJ prenderà in considerazione la possibilità di moderare il linguaggio che solitamente impiega riferendosi all’andamento del tasso d’inflazione per ridurre l’impatto di mercato del calo dei prezzi energetici, stando a quanto riferiscono fonti solitamente ben informate sulle mosse dell’istituto stesso.

L’euro è caduto nei confronti del dollaro sino a 1,2625 dopo la riunione Fed. I trader della divisa europea dovrebbero monitorare molto attentamente i dati che saranno pubblicati in data odierna sulla disoccupazione tedesca, in un frangente economico in cui le difficoltà dell’Eurozona stanno iniziando ad incidere pericolosamente sulle performance della locomotiva d’Europa. Gli investitori terranno d’occhio anche la lettura del Pil spagnolo.

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