Il dollaro continua a muoversi in costante ribasso, ma la vera notizia del giorno è l'apprezzamento dello yen, attualmente a quota 108,8. Un simile esito
Nella giornata di giovedì, il dollaro è crollato ai minimi contro lo yen non registrati da quasi 18 mesi, mentre membri dell’esecutivo giapponese dichiaravano che il governo non intende attuare una svalutazione. Il dollaro viene negoziato a quota 93,39.
Negli ultimi giorni, membri del governo giapponese, tra cui lo stesso primo ministro Shinzo Abe, si sono dichiarati contrari a intervenire nel mercato delle valute e, secondo diversi strateghi, la Banca del Giappone e il ministero delle finanze non approvano tale posizione.
In un’intervista al The Wall Street Journal, interrogato sul recente apprezzamento dello yen, Abe ha affermato: “Dobbiamo assolutamente evitare una svalutazione competitiva. Ritengo, inoltre, che ci si debba astenere da interventi arbitrari nel mercato valutario.”
Nella giornata di giovedì, il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha annunciato che, se necessario, la BoJ “prenderà nuove misure di politica monetaria espansiva”, aumentando gli acquisti di attività o portando il tasso sui depositi ulteriormente in negativo o attuando entrambe le strategie, al fine di raggiungere il suo obiettivo di inflazione al 2%.
Le banche centrali continuano a rappresentare il principale interesse dei mercati, con la Bce al centro dell’attenzione. Dopo la pubblicazione dei verbali della riunione della Bce sulla politica monetaria del mese scorso, l’euro viene negoziato a quota 1,1384, in ribasso di circa 20 punti. La Bce ha dichiarato che la forza dell’euro continuerà a essere messa alla prova per tutto il 2016, con le previsioni sull’economia globale che rimangono pessimiste.
Nel rapporto annuale della Bce, il presidente Draghi scrive: “Dobbiamo affrontare costanti forze disinflazionistiche e interrogarci continuamente sulla direzione dell’Europa e sulla sua resistenza a nuovi shock.”
Pur avendo drasticamente ridotto i tassi di interesse e attuato un massiccio programma di allentamento quantitativo, la Bce è in difficoltà nello stimolare la crescita dell’Eurozona.
Il presidente Draghi sostiene che la Banca Centrale Europea “non si arrenderà” alle forze deflazionistiche, e aggiunge che Francoforte spera di riuscire, tra il 2015 e il 2018, a far aumentare il Pil dell’Eurozona dell’1,5% grazie al programma di allentamento quantitativo.
La Bce ha costantemente ribadito il suo impegno a portare l’inflazione al tasso obiettivo del 2%. Nella giornata di oggi, il vicepresidente Constancio ha tenuto una relazione innanzi al Parlamento europeo, affermando che la Bce farà “tutto il necessario” per raggiungere il suo obiettivo di inflazione.