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Finanza decentralizzata, protocollo bZx mostra limiti su doppio tentativo furto ETH

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Feb 24, 2020, 10:45 UTC

Problemi nella Finanza decentralizzata (DeFi), il protocollo bZx mostra i suoi limiti dopo un doppio tentativo di furto di ETH in cui parte dei fondi sono andati perduti.

Finanza decentralizzata

La finanza decentralizzata è vista da un piccolo ma crescente gruppo di persone e investitori come il futuro della finanza. Non bisogna però dimenticare che la Decentralized Finance (DeFi) si basa completamente su tecnologia informatica, ciò significa che se il programma informatico che gestisce il servizio è stato costruito male, esso esporrà i fondi degli investitori a uno o molteplici rischi.

Il recente caso del protocollo bZx ne è una prova. In un doppio tentativo di attacco, molto sofisticato, qualcuno ha provato a raggirare il sistema e ad accreditarsi una grossa somma di ETH che in realtà non disponeva e non poteva ottenere.

I fondi dei clienti erano al sicuro durante l’attacco e nessuno ha perduto nulla, ma il doppio tentativo ha mostrato come tali protocolli informatici debbano ancora percorrere molta strada prima che possano essere considerati altamente sicuri e di conseguenza affidabili.

Anche se, forse, dovremo diventare consapevoli del fatto che con le tecnologie digitali mai nulla si potrà dire davvero al sicuro al 100%. L’imponderabile sarà sempre in agguato.

Cosa offre il protocollo bZx?

Il protocollo per applicazioni finanziarie bZx opera su Ethereum, usa gli smart contract e gestisce attività di prestito di denaro e di trading.

Sulla piattaforma possono operare i lender, cioè i prestatori, i borrower, ovvero coloro i quali chiedono un prestito ed i trader che effettuano operazioni di scambio.

Usufruiscono del bZx protocol alcuni servizi come Fulcrum e Torque. Il primo è una piattaforma digitale di DeFi per il margin lending e il trading, mentre il secondo servizio consente di chiedere in prestito somme di denaro, senza termini di scadenza, ad un tasso d’interesse fisso.

Tra i servizi offerti un wallet mobile per la gestione dei crypto asset e dei token all’interno dell’ecosistema di finanza decentralizzata. Ed anche un servizio attraverso cui fare lo staking delle criptovalute o dei crypto token e/o guadagnare dall’attività di lending.

Anche eidoo, wallet multicriptovaluta ed exchange ibrido, utilizza il protocollo.

Tutto perfetto, fino a che funziona

Come già scritto i fondi degli utenti non sono andati persi durante i due attacchi del valore di 1193 ETH il primo e di 2388 ETH il secondo. Tuttavia è chiaro che tutto va bene fino a che funziona.

La DeFi, però, non va screditata. Un sistema automatizzato dove chi ha presta e ottiene interessi in cambio, mentre chi ha bisogno ottiene e a interessi bassi, e chi vuol fare trading lo può fare con bassissimi costi di commissione, è sicuramente un sistema molto interessante sotto il profilo economico.

Ci sono indubbiamente interessanti opportunità di guadagno, che chi ha dimestichezza con le tecnologie informatiche potrà apprezzare e trarne vantaggio.

Bisogna però stare attenti e non lasciarsi prendere dalle emozioni, ma restare freddi e studiare. Prima di fidarsi di qualsiasi protocollo DeFi o piattaforma che potenzialmente potrebbe consentirci di ampliare i nostri orizzonti d’investimento, è bene studiare affondo il progetto, leggere e confrontarsi non tanto con altri investitori, quanto con sviluppatori indipendenti e competenti che sanno dire se quel sistema è sicuro o presenta delle criticità sotto il profilo della sicurezza.

Finanza decentralizzata = competenze elevate

Concludendo, quello che si può dire della Finanza decentralizzata è che lungi dall’essere una manna per tutti, è invece un campo dove le conoscenze di finanza non bastano. Qui è necessario avere una qualche competenza in più nel campo informatico, almeno nel comprendere il linguaggio tecnico dei developer.

Perché? Se il software non era sicuro e non lo si era capito, i fondi sono perduti.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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