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Fattori Fondamentali E Politici Influenzano I Prezzi Del Greggio

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 4, 2015, 18:41 UTC

Questa mattina i prezzi del greggio WTI si muovono nuovamente in ribasso, infatti, il combustibile posta un calo di 23 centesimi ed é negoziato a 46,53$

Fattori Fondamentali E Politici Influenzano I Prezzi Del Greggio
Fattori Fondamentali E Politici Influenzano I Prezzi Del Greggio
Fattori Fondamentali E Politici Influenzano I Prezzi Del Greggio

Questa mattina i prezzi del greggio WTI si muovono nuovamente in ribasso, infatti, il combustibile posta un calo di 23 centesimi ed é negoziato a 46,53$ mentre il Brent raggiunge quota 50,49$. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come, stando a quanto riportato dal rapporto relativo al commercio estero rilasciato giovedì dal Censur Bureau degli Stati Uniti, nel mese di luglio, le esportazioni di greggio statunitense abbiano raggiunto i 526 mila barili giornalieri contro i 431 mila di giugno.

Sempre giovedì, altre tre senatori degli Stati Uniti hanno dichiarato che il numero dei senatori intenzionati a supportare l’accordo tra l’Iran e le sei potenze mondiali sul programma nucleare, che verrà votato il 17 settembre, si attesti ora su quota 37 senatori.

Hassan Rouhani, guida suprema iraniana, ha espressamente mostrato la sua preferenza verso una votazione parlamentale, chiedendo alle sei potenze mondiali di eliminare completamente le sanzioni precedentemente imposte. Queste le informazioni divulgate dalla televisione nella giornata di giovedì.

Il ministero delle risorse naturali del Kurdistan, ha mostrato come, nel mese di agosto, le esportazioni di greggio provenienti dal nord dell’Iran siano diminuite di circa 44 mila barili giornalieri per attestarsi su quota 472.832 barili giornalieri. Il calo é stato dettato da un interruzioni di nove giorni del gasdotto destinato alla Turchia.

Venerdì, il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che il calo dei prezzi del greggio non rappresenta un dramma e che la volatilità del combustibile era già stata prevista. Inoltre, Putin ha parlato con i giornalisti ai margini dell’Eastern Economic Forum, aggiungendo che la priorità della banca centrale é quella di non bruciarsi le riserve di valuta estera. Il ribasso dei prezzi del greggio,principale prodotto delle esortazioni russe, ha contribuito, in modo significativo, al recente calo del rublo.

Stando a quanto riportato dagli economisti della Goldman Sachs Group Inc, l’inflazione statunitense, elemento a cui la Federal Reserve ha legato l’innalzamento dei tassi d’interesse é stata controllata più dalla fragilità del mercato del lavoro che dalle influenze transitorie dettate da un dollaro rialzista e dal ribasso dei prezzi del greggio.

Secondo il rapporto rilasciato mercoledì dalla Goldman Sach, un simulatore elettronico Fed dell’economia degli Stati Uniti, utilizzato dai funzionari per valutare le ricadute dei prezzi energetici e del dollaro, ha ampliamente esagerato la resistenza che quest’ultimi esercitano sull’inflazione.

Quando il greggio scende, i costi di produzione si riducono, diminuendo i risparmi che  si presentano sotto forma di prezzi più bassi per i consumatori, mentre migliora la linea di fondo per la maggior parte delle aziende. Il ribasso dei prezzi comporta sporadici timori di deflazione, un fenomeno indesiderato dalle economie sane. Teoricamente, se la Federal Reserve dovesse innalzare i tassi di interesse per stimolare le aziende a richiedere meno prestiti, l’espansione potrebbe ridursi e, di conseguenza, potrebbe anche diminuire la produzione spingendo la domanda di greggio in ribasso. Il persistere di una pressione ribassista sulla domanda spingerebbe i prezzi ulteriormente in ribasso supportando così la tanto indesiderata deflazione.

Venerdì, nella sessione asiatica i pressi del greggio postano un calo poiché gli investitori hanno preferito rimanere in disparte in previsione del rilascio del rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti, rapporto che potrebbe giocare un ruolo chiave nella tempistica dell’innalzamento dei tassi di interesse Fed. Il greggio rimane all’interno di un range di trading piuttosto limitato poiché i mercati cinese chiudono per il secondo giorno consecutivo in occasione di una festa volta a commemorare la fine della seconda guerra mondiale.

I politici fiscali degli Stati uniti sono favorevoli ad utilizzare i numeri occupazionali come dato rilevante per la valutazione relativa alla possibilità di innalzare i tassi di interesse in occasione della prossima riunione FOMC prevista per il 16 e il 17 settembre. Secondo Brun, un dollaro forte continua a rappresentare un pericolo “chiaro e presente” per i mercati del greggio, poiché una valuta forte rende le materie prime più costose per i  detentori di altre valute. Gli investitori attendono il rilascio del rapporto sugli impianti petroliferi statunitensi, previsto per venerdì. Un calo del numero degli impianti potrebbe rafforzare le prospettive dei prezzi di greggio.

Giovedì la BNP Paribas ha abbassato le sue previsioni relative ai prezzi del Brent portandole a 56$ al barile per il 2015 e a 62$ al barile per il 2016. Per quanto riguarda il greggio WTI, invece,  le previsioni della BNP Paribas si attestano ora su quota 51$ per il 2015 e 56$ per il 2016.

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