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Euro Spinto in Ribasso dalla Deflazione in Germania

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Jan 31, 2015, 03:05 GMT+00:00

Venerdì, dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione in Germania per il mese di gennaio, per la prima volta su terreno negativo dal settembre 2009, la

Euro Spinto in Ribasso dalla Deflazione in Germania

Venerdì, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione in Germania per il mese di gennaio, per la prima volta su terreno negativo dal settembre 2009, la coppia EUR/USD si muove in direzione laterale, tendente al ribasso. L’economia tedesca perde lo 0,5% rispetto allo scorso anno, contro le stime degli economisti ferme allo 0,2%.

Secondo trader ed economisti il tasso di inflazione continuerà a scendere almeno fino al mese di giugno, quando ci si aspetta che l’imponente pacchetto di stimoli della Banca Centrale Europea, per un 1100 miliardi di euro, potrebbe cominciare a sortirei primi effetto.

Per quanto riguarda altre notizie sull’euro, segnaliamo la stima flash dell’indice dei prezzi al consumo per l’eurozona che registra un – 0,6% contro stime per un – 0,5%. L’IPC e il PIL Flash per la Spagna indicano – contro ogni aspettativa – un leggero miglioramento.

Il rafforzamento del dollaro ha favorito un ribasso della sterlina britannica. La cessione di credito netto individuale si attesta a 2,2 miliardi contro stime per 3,2. Il dato sull’approvazione di mutui è linea con le aspettative, a 60.000.

La coppia GDP/USD nel breve termine dovrebbe muoversi in direzione laterale tendente al ribasso, sotto la pressione dei tmori legati all’inflazione in GB. La Banca d’Inghilterra ha già avvisato che l’inflazione potrebbe scendere al di sotto dell’1%.

Su Comex i future sull’oro con scadenza ad aprile stanno recuperando terreno dopo il ribasso superiore al 2% di ieri. Dietro al forte ribasso intraday potrebbero esserci gli ordini sell stop, innescati dall’intensa pressione delle vendite cumulatasi nei giorni precedenti. L’annuncio di chiusura della riunione della Federal Reserve potrebbe essere stato il colpo di grazia per gli investitori long, perché ha significato agli occhi degli investitori che la banca centrale è ancora intenzionata ad aumentare i tassi interessi a partire dal 2015.

L’uso di alcune espressioni da parte della Fed, ad esempio il riferimento a un’economia che cresce “a un buon ritmo” e l’invito ad avere “pazienza”, potrebbe aver indotto gli investitori dell’oro a pensare a un aumento del tasso di interesse a partire da giugno.

Gli investitori dell’oro potrebbero essere rimasti delusi dal ribasso di ieri, ma occorre considerare che “così come la banca centrale può dare, allo stesso modo può togliere”. Ricordate che due settimane fa, la Banca Nazionale Svizzera ha innescato un’impennata del prezzo tagliando i tassi di interesse su terreno negativo a meno 0,75%. Questa volta a provocare l’ondata di vendite è stata la Fed, lasciando intendere un aumento dei tassi di interesse a partire da giugno. Detto in parole povere, è solo una questione di interessi. L’oro non paga dividendi, ma i trader preferiscono un interesse dello 0% piuttosto che del -0,75%. Se la Fed ha intenzione di aumentare i tassi di interesse allora il Tesoro offrirà un rendimento molto migliore rispetto al semplice possesso di oro.

Tenete bene in mente queste parole: “gli investitori in oro amano i tassi di interesse negativi enon amano i tagli al tasso di interesse”. Le banche centrali, i fondi di investimento e i grossi investitori che possiedono oro non devono necessariamente liquidare l’intera posizione, ma effettuare solamente qualche aggiustamento. Perciò, nonostante l’attuale debolezza, ci sarà ancora chi manterrà posizioni long sul mercato dell’oro.

I future sul petrolio greggio con scadenza a marzo continuano in rialzo dopo aver raggiunto il minimo pluriennale a inizio settimana. Nonostante l’ondata di vendite, il movimento di prezzo ha lo stesso momentum che aveva nel mese di dicembre o inizio gennaio. Alcuni analisti credono che i prezzi contango stiano contribuendo a rallentare il tasso di discesa. I trader stanno acquistando petrolio greggio, tenendo una parte per rivenderlo a un prezzo più alto in futuro.

Dagli Stati Uniti, il Pil per il terzo trimestre si attesta a 2,6%, andava inferiore alle stime del 3%. Durante il terzo trimestre, l’economia degli Stati Uniti è cresciuto un tasso del 5%. L’indice PMI di Chicago ha superato le stime per un’57,7 attestandosi a 59,4. L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è leggermente sotto il valore del mese precedente e delle stime attestandosi a 98,1.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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