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Eni cambia pelle, dal petrolio all’energia prodotta dal moto ondoso

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 29, 2020, 07:41 GMT+00:00

Eni spa vuole cambiare pelle, da estrattore di petrolio a multinazionale dell’energia prodotta dal moto ondoso e dalle fonti rinnovabili.

eni spa

Come si fa a convincere una impresa che estrae e vende petrolio, l’oro nero con cui si sono “fatti” migliaia di miliardi di dollari, a convertirsi ad energy green company? Eni spa sembra proprio che sia avviata su quella strada e indica la rotta anche alle altre a livello globale.

Ieri Eni spa ha inaugurato la prima imbarcazione sperimentale per la produzione di energia sfruttando l’energia del mare, si chiama MaREnergy Project ed è una collaborazione con il Politecnico di Torino.

Sfruttare il moto ondoso potrebbe produrre 2 TeraWatt di energia elettrica annui scrive Eni nel comunicato stampa, che equivalgono a quasi “il fabbisogno annuale di energia elettrica del pianeta”.

Perché proprio il moto ondoso e non l’eolico o il fotovoltaico? Ebbene Eni è impegnata sia nell’eolico, che nel fotovoltaico, ma questo è il tempo delle sperimentazioni ad ampio spettro. E il moto ondoso è forse più promettente del vento e del sole, perché le correnti marine sono più prevedibili, è “più modulata della altre fonti rinnovabili e più continua”.

118 imbarcazioni per le isole minori

Le piccole isole dove la produzione di energia è un problema, lo sfruttamento del moto ondoso potrebbe essere la soluzione ideale, perché l’installazione di impianti fotovoltaici e dell’eolico risultano essere troppo “ingombranti” causa le ridotte disponibilità di spazio.

E così Eni e Politecnico di Torino hanno già in mente di mettere in mare 118 imbarcazioni lungo le isole minori che potranno così produrre fino a 12 MW di corrente elettrica annua.

L’impianto sperimentale a Ravenna

La sperimentazione con la piccola imbarcazione è in corso in mare aperto davanti Ravenna, dove si trova l’area test di Eni.

Il modello pre-prototipale è un convertitore di moto ondoso denominato ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), ed è un sistema ibrido dotato di impianto fotovoltaico che produce fino a 50 kW di energia elettrica. Eni ha riferito che il sistema ha superato il valore nominale massimo di potenza installata.

Il sistema ISWEC, scrive Eni, ha “dimostrato elevata affidabilità e capacità di adattarsi alle diverse condizioni di mare, grazie al suo sistema attivo di controllo e regolazione”.

A supportare il progetto il centro di supercalcolo HPC5 di Eni situato a Ferrera Erbognone e il MORE Lab che ha sede presso il Politecnico di Torino.

Intanto a Pantelleria un secondo laboratorio studia aspetti aggiuntivi della nuova tecnologia all’interno di un ecosistema sperimentale appositamente creato. L’obiettivo è rendere Pantelleria energeticamente autonoma e allo stesso tempo azzerare l’impatto paesaggistico.

Eolico e solare offshore

Il laboratorio inaugurato presso il Politecnico di Torino in collaborazione con Eni farà ricerca anche sulle correnti oceaniche e di marea e il gradiente salino, oltre a condurre sperimentazioni sull’eolico offshore e il solare offshore.

Andamento del titolo Eni

Il titolo Eni non se la passa molto bene. Una azione vale 6,83 euro e il suo valore è in una fase di debolezza dovuta ad una economia che non riparte e che di conseguenza non consuma derivati del petrolio per spostare merci, persone e produrre energia.

Il titolo a 1 anno è in perdita del 51,4%, mentre a 6 mesi perde il 16,88% e sul mese perde il 14,22%.

L’azionista con prospettive di lungo periodo, nel prospettare investimenti in questa società energetica dovrà tenere in considerazione le parole pronunciate dall’ad Descalzi e riportate da Il Sole 24 Ore in edicola oggi 29 settembre.

“Eni deve trasformarsi, andare incontro alla transizione energetica e cambiare pelle, ed è per questo che le attività di ricerca svolte con le Università sono così importanti per il Gruppo”.

La prospettiva è convertirsi da estrattore di petrolio a green energy company. Forse comprare azioni Eni oggi che costano poco, potrebbe rivelarsi una buona scelta per il domani.

Sull'Autore

Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.

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