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Eni annuncia trasformazione, da azienda petrolifera a Eco-energy Company 2050

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 1, 2020, 09:05 UTC

Eni annuncia la trasformazione con un piano industriale unico nel suo genere: da azienda petrolifera a Eco-energy Company entro il 2050.

Eni

Eni la compagnia petrolifera di bandiera ha annunciato un piano senza precedenti nel settore energetico e petrolifero mondiale. La multinazionale del petrolio punta alla conversione completa del business varando un piano industriale al 2050, un tentativo mai provato prima da nessun’altra società energetica.

L’amministratore delegato Claudio Descalzi crede fortemente che la compagni petrolifera possa riuscire nella sua transizione energetica.

“La strategia che annunciamo oggi rappresenta per noi un passo fondamentale. Abbiamo disegnato l’evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell’energia in forte evoluzione con una significativa riduzione dell’impronta carbonica del portafoglio”.

Non c’è alternativa

Il piano è ambizioso, ma è anche vero che non c’è alternativa. Le grandi banche e fondi di investimento hanno deciso di non investire più su industrie e progetti industriali che fanno uso di fonti fossili. Di conseguenza la domanda di petrolio diminuirà nel tempo. Ed infatti Descalzi stima che nel 2025 si raggiungerà una sorta di punto di non ritorno, da quella data il consumo di petrolio inizierà a calare inesorabilmente per una serie di iniziative messe in campo da vari comparti dell’economia mondiale.

Eni punta al gas naturale e ai biocarburanti

Consapevoli che non si possa passare magicamente ad una fonte alternativa non inquinante dall’oggi al domani, Eni punta al gas naturale che costituirà l’85% della produzione totale di Eni al 2050. L’obiettivo è di spingere verso la produzione di energia elettrica usando il meno inquinante gas naturale.

Inoltre Eni punta ad incrementare la sua capacità di raffinazione dei biocarburanti per portare la produzione a 5 milioni di tonnellate a partire dal 2023, in anticipo di sette anni rispetto agli obblighi imposti dall’Unione Europea.

Conversione degli impianti italiani e fotovoltaico

Gli impianti di raffinazione italiani non chiuderanno, ma saranno riconvertiti nel tempo e adibiti alla produzione di prodotti decarbonizzati derivanti dal riciclo di materiali di scarto.

E poi si punta alle rinnovabili incrementando a 55 GW la capacità attuale entro il 2050.

Riduzione delle emissioni entro il 2050

Obiettivo dichiarato ridurre dell’80% le emissioni nette GHG entro il 2050, superando la soglia del 70% proposta dalla IEA. Un obiettivo che rientra nell’Accordo di Parigi del 2015.

Il calcolo delle emissioni, ha spiegato l’ad di Eni, si basa su una metodologia omnicomprensiva che tiene conto delle emissioni dirette e indirette derivanti dall’uso finale dei prodotti.

Piano di investimenti al 2023

Per quanto riguarda il piano industriale di breve periodo, Eni intende investire 32 miliardi di euro entro il 2023 su progetti ad alto valore e rapido ritorno economico e con un elevato livello di flessibilità. Tali investimenti di breve periodo riguarderanno ancora il settore petrolifero e gli impegni estrattivi nelle aree geografiche in cui Eni ha espanso la sua influenza: Medio Oriente, Africa, Norvegia, Messico.

Nello stesso periodo 4 miliardi di euro serviranno per finanziare la conversione energetica, a partire dalle fonti rinnovabili, passando per l’efficienza energetica e l’economia circolare. L’incremento degli investimenti è del 33% rispetto al piano precedente.

La remunerazione degli azionisti Eni

Eni continuerà a remunerare i suoi azionisti perseguendo l’attuale politica. In questo 2020 la società petrolifera prevede un dividendo per azione pari a 0,89 euro, valore in crescita del +3,5% rispetto al 2019.

Il piano prevede anche un riacquisto delle proprie azioni del peso di 400 milioni di euro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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