Il dollaro Usa continua ad apprezzarsi nel corso della sessione asiatica lievitando di 19 punti fino a 96,66 dopo che il presidente Fed Yellen ha fatto
Il dollaro Usa continua ad apprezzarsi nel corso della sessione asiatica lievitando di 19 punti fino a 96,66 dopo che il presidente Fed Yellen ha fatto chiarezza sul quello che sarà il percorso di rialzo dei tassi d’interesse. Yellen ha confermato che il suo istituto intende intervenire sui tassi entro la fine dell’anno, aggiungendo che gli ultimi deboli dati economici sono il frutto di “fattori transitori” quali un duro inverno e una serie di controversie per motivi di lavoro nei porti della West Coast.
Yellen ha quindi spiegato che i prossimi dati economici saranno decisivi per fissare le tappe del processo di rialzo dei tassi. A sostegno delle parole del numero uno della Fed, ieri il vice-presidente Fischer è intervenuto dicendo che dovranno passare un paio d’anni prima di rivedere i tassi ai livelli abituali. Ciononostante, nell’ambito del processo di normalizzazione della politica monetaria, l’istituto statunitense è sicuramente più avanti dei suoi omologhi di Europa (Bce) e Giappone (BoJ), ancora alle prese con politiche ultra-espansive.
Oggi i trader guarderanno con vivo interesse ai dati sugli ordinativi di beni durevoli negli Stati Uniti: le previsioni di aprile parlano di un calo dello 0,1% dopo il forte rialzo di marzo. In realtà, se si esclude il settore dei trasporti, gli ordinativi dovrebbero riuscire a crescere dello 0,5%. A marzo il rialzo era stato pari al 4,7%. Gli ordinativi di aerei non-militari dovrebbero tornare a flettere dopo il balzo in avanti di marzo (+41%): il fatto è che nonostante Boeing abbia comunicato che aprile è stato un ottimo mese per gli ordini, gli analisti non si aspettano correzioni particolarmente marcate. Per quanto riguarda gli ordini per i veicoli a motore, il dato di aprile dovrebbe essere in rialzo benché inferiore a quello registrato a marzo, riflettendo il minor tasso di crescita della produzione di autovetture nel corso del mese di aprile.
Nel corso della sessione asiatica l’euro continua a scivolare, toccando quota 1,0955$ per il diffondersi dei timori legati alla crisi in Grecia e al risultato delle elezioni in Spagna. Il governo ellenico, che non ha ancora raggiunto alcun accordo con i suoi creditori per sbloccare nuovi aiuti, ha fatto sapere di necessitare urgentemente di nuovi prestiti per riuscire ripagare le sue obbligazioni sul debito. La Grecia ha confermato che non sarà in grado di rimborsare i prestiti ricevuti dal Fmi che scadranno a giugno.
Il dollaro Usa è negoziato a 121,55 yen dopo aver toccato il picco delle ultime due settimane a quota 121,78 durante la giornata di ieri. Per contro, l’euro è collassato a 133,45 yen fin quasi a toccare il minimo delle ultime tre settimane dopo il tonfo a 133,27 di ieri. Dopo il surplus di marzo, il ministro delle Finanze comunica che ad aprile la bilancia commerciale del Giappone è tornata in deficit, pur riuscendo a ridurre significativamente le uscite: 53,4 miliardi di yen contro gli 825,5 miliardi del 2014.
Il dollaro neozelandese è rimasto praticamente invariato contro il dollaro Usa per essere negoziato a 0,7312. L’Ufficio di statistica della Nuova Zelanda comunica che ad aprile il surplus commerciale del paese è stato pari a 123 milioni di dollari Usa; un pool di analisti intervistati da Reuters aveva scommesso su di un surplus di 100 milioni. Il dato è comunque inferiore rispetto a quello di marzo (+754 milioni), il quale era stato a sua volta rivisto in rialzo rispetto alla prima lettura (631 milioni). Il deficit commerciale su base annua si attesta invece sui 2,62 miliardi di dollari a fronte dei 2,79 miliardi preconizzati dagli analisti di Reuters: l’Ufficio di statistica ha annunciato che si tratta del deficit più ampio dal giugno 2009. Ad aprile, le esportazioni verso la Cina – il primo partner commerciale della Nuova Zelanda – sono calate del 26% su base annua.