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Dalla conferenza stampa Conte-Trump uno spiraglio per l’Iran

Da
Armando Madeo
Aggiornato: Jul 31, 2018, 10:53 GMT+00:00

Nella conferenza stampa congiunta spazio anche ad un apertura sulla questione Iraniana. Intanto l'Italia è pronta a rubare la scena ai cugini Francesi

trump-conte

Durante la conferenza stampa congiunta con il leader italiano, rispondendo alla domanda di un giornalista, Donald Trump ha detto che sarebbe disposto a incontrare il presidente iraniano Hassan Rouhani senza “nessuna precondizione”; le tensioni fra Iran e USA sono ai massimi storici dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti di ritirarsi da un accordo nucleare del 2015.

“Mi piacerebbe sicuramente incontrare l’Iran se loro volessero incontrarci”, ha detto Trump ieri “Non so se sono pronti. Stanno attraversando un periodo difficile “.

Qualche ora dopo la Casa Bianca è parsa voler contraddire quelle parole: “Se il regime iraniano cambia il suo modo di porsi, gli Stati Uniti sono pronti a intraprendere azioni per assicurare la fine alle sanzioni, ristabilire le relazioni diplomatiche e commerciali, permettere all’Iran di avere tecnologie avanzate e sostenere il reinserimento dell’economia iraniana nel sistema economico internazionale “, ha detto Garrett Marquis, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, nel tardo pomeriggio di lunedì.

 

Un funzionario iraniano ha risposto che gli Stati Uniti avrebbero bisogno di dimostrare che l’Iran è una nazione che viene rispettata dall’America. Questi passi di Trump su un ritorno all’accordo “aprirebbero a colloqui”, ha detto in un tweet Hamid Aboutalebi, un consigliere di Rouhani .

 

Incontro Trump-Conte produttivo mina il rapporto con la Francia

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato alla White House con un programma di certo ambizioso. Da anni l’Italia insegue un salto di qualità per il suo ruolo nel Mediterraneo. In particolare su tre dossier: immigrazione, anti-terrorismo e, soprattutto, stabilizzazione della Libia. Ma anche la Francia sta giocando la stessa partita. Le leadership dei due Paesi sembrano impegnate in una gara per ottenere il sostegno maggiore degli Stati Uniti, se non il riconoscimento di una sorta di primato geopolitico nell’area.

Da questo punto di vista il vertice Conte-Trump è stato indubbiamente un successo per la diplomazia italiana. La «partnership rafforzata Italia-Usa nel Mediterraneo allargato» con la cooperazione operativa tra i rispettivi ministeri degli Esteri e della Difesa, non era un risultato scontato. L’obiettivo è stato costruito sull’asse tra Palazzo Chigi, il ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi e la nostra ambasciata a Washington.

I rapporti tra Washington e Parigi si sono raffreddati dal G7 in poi, per colpa anche delle tariffe su alluminio e acciaio. Così il tycoon ha dato il via libera a Roma, appoggiando le idee del governo M5s-Lega sull’area del Mediterraneo centrale, anche perché non è un mistero che alla Casa Bianca vedano di buon occhio le politiche più restrittive sulla questione dei migranti.

Ecco quindi che Washington si tiene volentieri fuori anche dalla gestione diretta della crisi libica; e può anzi usare la Libia come strumento di pressione sugli alleati (o antichi alleati) europei. L’amministrazione Trump ha seguito con molta attenzione lo scontro italo-francese delle ultime settimane: non è un mistero che alla Casa Bianca vedano di buon occhio le politiche più restrittive del nuovo governo italiano sulla questione dei migranti. Le aperture di Conte su una possibile riammissione della Russia al G8 hanno ulteriormente riavvicinato i due Paesi. Nella capitale americana sanno ora di poter contare su un governo italiano molto vicino e simpatetico, sia da un punto di vista ideologico sia da quello più strettamente politico. A conferma di ciò e in preparazione del viaggio europeo di Trump a metà luglio, il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton si è fermato a Roma – dove ha incontrato proprio Conte, oltre a Matteo Salvinie al ministro della Difesa Elisabetta Trenta – mentre non ha fatto tappa a Parigi.

Lo scontro passa sui mercati finanziari

Lo scontro fra Francia ed Italia va avanti anche sui mercati finanziari con il Ftse Mib che alle 13:00 guadagna più di un punto percentuale, mentre il CAC è poco sopra la parità in rialzo solo dello 0,1%. Il nostro listino sale nonostante un tasso di disoccupazione al 10,9%, secondo i dati ISTAT odierni, nonostante una previsione del 10,8%.

Altro dato importante da tenere d’occhio domani in calendario è l’Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero per il mese di Luglio.

Oltre al buon esito di ieri, l’indice italiano è salito anche grazie al collocamento ieri di 6 miliardi di BTp da parte del Tesoro. I rendimenti dei BTp tornano a salire. Il dato finanziario più forte dell’asta di ieri – con cui il Tesoro ha collocato complessivamente 7,5 miliardi fra BTp a 5 e 10 anni e CcTeu – è il rialzo dei tassi sulla parte lunga della curva. Il BTp decennale è stato venduto al 2,87%, 10 punti base in più rispetto alla precedente analoga emissione. Il rendimento netto, secondo Assiom Forex, si attesta al 2,509%.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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