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Crisi di governo, quali riforme rischiano di essere lasciate in sospeso

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Reuters
Aggiornato: Jul 18, 2022, 15:23 UTC

ROMA (Reuters) - Il presidente del Consiglio Mario Draghi parlerà in Parlamento mercoledì per chiarire la propria posizione, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha respinto le sue dimissioni la scorsa settimana.

La bandiera italiana a Palazzo Chigi a Roma

ROMA (Reuters) – Il presidente del Consiglio Mario Draghi parlerà in Parlamento mercoledì per chiarire la propria posizione, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha respinto le sue dimissioni la scorsa settimana. 

Non è chiaro se Draghi cambierà idea e rimarrà a Palazzo Chigi, se il Presidente Mattarella affiderà l’incarico a un nuovo presidente del Consiglio o se saranno necessarie elezioni anticipate all’inizio di ottobre.

Ecco alcune delle misure che potrebbero essere influenzate dalla crisi di governo che avviene a pochi mesi dalle elezioni previste per la prima metà del 2023.

Misure per mitigare l’aumento dei costi energetici

Il Tesoro sta lavorando a un nuovo pacchetto di stimoli da 10 miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese a far fronte all’aumento dei costi dell’energia.

I ministri del Lavoro e della Transizione ecologica hanno detto che il governo prevede di approvare il piano entro la fine del mese, malgrado le dimissioni di Draghi.

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR)

L’Italia ha diritto a oltre 200 miliardi di euro in fondi dell’Unione europea per la ripresa post-pandemica fino al 2026, ma deve approvare una serie di riforme per evitare che il flusso di denaro si interrompa.

Finora il governo ha ricevuto quasi 67 miliardi di euro di fondi Ue, ma Roma deve raggiungere 55 nuovi obiettivi nella seconda metà del 2022 per ottenere un’ulteriore tranche di 19 miliardi di euro.

Tra questi, l’Italia deve approvare entro la fine di quest’anno misure per promuovere la concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi. Questo punto ha scatenato le proteste delle associazioni di categoria, in particolare dei tassisti che hanno manifestato a Roma la scorsa settimana.

Riforma della giustizia

La riforma della giustizia – probabilmente la più controversa riforma intrapresa dal governo Draghi – mira a ridurre la durata dei processi del 25% in cinque anni nelle cause penali e del 40% in quelle civili, per le quali la situazione è ancora peggiore. Secondo i critici, questa riforma potrebbe permettere a migliaia di criminali di sfuggire alla giustizia, lasciando cadere i casi quando il processo d’appello si dovesse trascinare troppo a lungo. 

Il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha promesso che la riforma sarà completata nella seconda metà di quest’anno.

Bilancio 2023

L’Italia non ha mai tenuto elezioni politiche in autunno nella propria storia repubblicana, perché tradizionalmente è il momento in cui le Camere sono concentrate a preparare la legge di bilancio per l’anno successivo.

Se il Parlamento non dovesse approvare il bilancio entro dicembre, la spesa per l’anno successivo verrebbe assegnata automaticamente, mese per mese, sulla base di una bozza di bilancio delineata dal Tesoro in ottobre.

Vendita di ita airways

Non è chiaro che impatto possa avere la crisi di governo sulla vendita di una quota di maggioranza della compagnia aerea pubblica Ita Airways, il successore di Alitalia.

Il gruppo navale Msc ha presentato un’offerta insieme alla tedesca Lufthansa. Esiste anche un’offerta da parte dell’investitore finanziario statunitense Certares in collaborazione con Air France-KLM e Delta Air Lines.

Monte dei paschi

Un obiettivo strategico del Tesoro sotto l’amministrazione Draghi è quello di aiutare Banca Mps a raccogliere 2,5 miliardi di euro di liquidità entro la metà di novembre attraverso un aumento di capitale.

Secondo i banchieri, un voto in autunno potrebbe innervosire i mercati, rendendo difficile per la banca rivolgersi agli investitori privati per la parte della raccolta di capitale non coperta dallo Stato.

Rete a banda larga unica in italia

Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) sta discutendo con Telecom Italia (Tim) un piano per creare un operatore a banda larga unico, combinando l’infrastruttura di rete fissa di Tim con quella della rivale Open Fiber, sostenuta dallo Stato.

Cdp, che detiene una partecipazione del 60% in Open Fiber, ha detto domenica che il progetto è valido da un punto di vista industriale e che i colloqui tra le parti continueranno nonostante la crisi politica.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Gianluca Semeraro)

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