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Così l’Italia ha conquistato il credito di Juncker

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Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Nov 29, 2014, 00:17 GMT+00:00

"Ho fatto la scelta di non sanzionare l'Italia e la Francia. Sarebbe stato facile punire i paesi che non rispettano le regole del patto: bastava applicare

Così l’Italia ha conquistato il credito di Juncker

Così l'Italia ha conquistato il credito di Juncker

“Ho fatto la scelta di non sanzionare l’Italia e la Francia. Sarebbe stato facile punire i paesi che non rispettano le regole del patto: bastava applicare la procedure previste. Ma io ho scelto di lasciarli parlare e ascoltare”.
Si esprime così il nuovo presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, nella prima intervista concessa a Strasburgo ad un gruppo di quotidiani europei, mostrando un’apertura non indifferente, sia verso situazioni nazionali complicate, sia verso un nuovo concetto di elasticità mentale e relativismo che ricordino quanto Unione Europea voglia dire stare tutti dalla stessa parte.

Prima ancora si era espresso in questi termini: “Hanno persino scritto che il mio incontro con Renzi, a margine del vertice G20 di Brisbane, era andato male. E invece è stato proprio l’opposto: è andato benissimo. Se sei presidente della Commissione europea devi saper ascoltare i paesi e i loro governi”.
Parole forti, segnali di fiducia verso un paese e un esecutivo bisognosi di un’iniezione di credibilità, sia a livello comunitario, sia a nei propri confini, sia verso il mondo finanziario.

È chiaro come la distensione profusa dal Presidente, sia sincera, ma chiaramente subordinata a condizioni di ripresa e di sforzo sia potenziale che effettivo: “ La nostra sarà un’analisi approfondita e per nulla compiacente. Per alcuni paesi saranno necessari sforzi supplementari. Ma un conto è dire chiaramente come e perché non si rispettano gli impegni del patto. Un altro è punire con sanzioni e procedure. Del resto da Italia, Francia e Belgio abbiamo già ricevuto lettere con impegni precisi e ben circostanziati”.
“Non ci stiamo assolutamente allontanando dalla strada del risanamento dei conti pubblici. Nel nostro rapporto faremo una valutazione molto chiara dello stato dei conti pubblici. Ma la Commissione è un organo politico, non burocratico”.

Alla perentorietà di simili parole, si contrappongono proprio quegli elementi, che hanno permesso all’Italia di guadagnare fiducia, o meglio, riguadagnare fiducia, verso l’interlocutore comunitario.

Innanzitutto, è da considerare come, una importante svolta di riforma sia costituita dalla lotta all’evasione, dalla quale, saranno reperiti 3,5 miliardi di euro nel 2015, risorse che andranno ad aggiungersi a quelle del 2014; il tutto attraverso repressione, ma anche deterrenza, che favorisca l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari, suggerendo un nuovo tipo di rapporto tra cittadino e sistema fiscale, tramite “nuove informazioni disponibili nelle banche dati dell’Anagrafe tributaria”, con gli uffici fiscali che segnaleranno eventuali incongruenze e i contribuenti “potranno fare le proprie verifiche ancora prima di presentare la dichiarazione dei redditi”.

È un esecutivo entusiasta, quello che spiega come cambierà la lotta all’evasione fiscale, all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Ostia: non ci sono dubbi che Juncker gradirà le parole del Premier Renzi quando questi affermerà: “Per chi sbaglia non ci sono scappatoie, va stangato ma le norme vanno rese più semplici, la semplicità è il presupposto per la lotta alla criminalità.” Concludendo con:”la lotta all’evasione è sacrosanta”.
Intenti chiari, idee cristalline, da Bruxelles ringraziano.

Altro cambiamento molto apprezzato dall’UE riguarda la dibattuta questione sulle pensioni d’oro, con l’emendamento del governo che corregge la legge Fornero.
Prima, la riforma pensionistica consentiva un cumulo per chi fosse passato dal sistema retributivo a quello contributivo, consentendo un ingente beneficio a funzionari pubblici, destinatari di trattamenti molto elevati.
La proposta di modifica prevede letteralmente:“in ogni caso, l’importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l’applicazione delle regole di calcolo vigenti” con il regime retributivo, “computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l’anzianità contributiva necessaria al conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della pensione”. Il tetto si applica anche ai trattamenti pensionistici già liquidati al momento dell’entrata in vigore della legge di stabilità, con effetto a decorrere dal 2015.

A tale riforma, si aggiunge anche quella per la quale saranno tagliati i costi relativi ai patronati, i quali vedranno la forbice ridursi da 150 a 75 milioni di euro, con susseguente cambio di condizioni da soddisfare per continuare ad esistere.

Anche il mondo bancario fornisce un rilevante segnale di forza, proprio per voce di Giovanni Sabatini, il direttore generale dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), il quale, commentando i precedenti risultati degli stress test voluti dalla BCE nel mese di ottobre, mostra ottimismo:””L’esercizio, che si è protratto per circa un anno, consegna la fotografia di un settore bancario italiano complessivamente solido”. Ricorda anche che tutte le banche italiane hanno superato la prova relativa alla revisione della qualità degli attivi (asset quality review) e solo in due specifici casi (Mps e Banca Carige) si è manifestata in relazione alla prova di stress, che ha natura del tutto ipotetica, la necessità di intervenire con misure che sono state prontamente individuate e che sono ora all’attenzione del regolatore unico.

Considerando come, relativamente all’attività creditizia, il settore bancario continui a risentire dei non soddisfacenti andamenti della congiuntura macroeconomica e della riduzione della domanda di finanziamento per effettuare nuovi investimenti, la domanda di credito permane volta a ristrutturare i debiti in essere.
A questo proposito, fa notare Sabatini,”dal punto di osservazione delle banche, non mancano, nello scenario attuale, segnali di distensione e di positività”, ricordando che per quanto riguarda l’attività creditizia verso le imprese, questi si traducono in una decelerazione del tasso di caduta dello stock degli impieghi.

Inoltre, sul fronte dell’attività creditizia nei confronti delle famiglie, c’è una sostanziale stabilizzazione della dinamica con tassi di caduta molto inferiori a quelli del credito verso le società non finanziarie. Per quanto riguarda la specifica attività di erogazione di prestiti per l’acquisto di abitazioni, “si osserva una ripresa piuttosto significativa e promettente, con un erogato che nei primi nove mesi dell’anno mostra un incremento nell’ordine del quasi il 30%, sulla base delle rilevazioni su un campione di 84 banche”, ha spiegato Sabatini.

Un altro settore da cui si attendono risvolti interessanti è quello delle privatizzazioni, sul quale si esprime il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, affermando come il processo di privatizzazione delle società pubbliche potrebbe avere “conseguenze sull’assetto occupazionale nella prospettiva di aumentare la valorizzazione” delle aziende, nonostante sia una questione che andrà vista “caso per caso”. Il riferimento è a quelle società la cui quotazione sul mercato, pur annunciata, è rimasta congelata per attendere migliori condizioni di mercato; nello specifico si parla di: Eni, Enel, Poste Italiane ed Enav.
Con un ambizioso obiettivo dichiarato, quello di ottenere risorse dalla cessione di quote pubbliche pari allo 0,7% del PIL dal prossimo anno “e per tre anni”, l’Italia compie un altro passo verso il reperimento di fondi utili alla sua ripresa.

Gli investitori devono solo avere pazienza, se le premesse sono queste, presto il sistema paese elargirà nuove prospettive alla loro categoria.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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