Wall Street ha chiuso in ribasso la sessione di venerdì scorso dopo che la notizia di un rapporto occupazionale a stelle e strisce migliore delle attese
Nel corso della sessione asiatica odierna, gli indici azionari sono riusciti a recuperare terreno dopo le perdite di inizio giornata, scrollandosi di dosso il passo falso dei mercati Usa di fine maggio. L’Hang Seng si è mosso in calo dello 0,1% dopo esser riuscito a contenere le perdite iniziali dovute a un dato sul commercio estero della Cina che, a maggio, è risultato inferiore alle attese tanto da aumentare le probabilità di un prossimo intervento di stimolo da parte del governo centrale.
Ad aprile il Giappone è invece riuscito a realizzare il decimo surplus mensile consecutivo delle partite correnti grazie al miglioramento della bilancia commerciale e a rendimenti in crescita dagli investimenti esteri. Negli ultimi mesi, i surplus mensili delle partite correnti del Giappone sono tornati oltre quota 1 trilione dal momento che il crollo del petrolio ha abbassato sensibilmente il costo delle importazioni nipponiche, permettendo a Tokyo di ridurre il suo deficit commerciale. Ad aprile il Giappone ha realizzato un deficit commerciale di 146,2 miliardi di yen, per un calo dell’82% su base annua. La divisa nipponica si è così potuta apprezzare sul forte dollaro Usa per essere negoziata a 125,44$ (+15 punti); per quanto riguarda le fluttuazioni sull’euro, la coppia è caduta di 38 punti dal momento che l’incertezza sulla Grecia continua a incidere negativamente sulle quotazioni della valuta europea. Il cross EUR/JPY è così negoziato a 139,24. Secondo i dati ufficiali, nel corso del primo trimestre 2015 il Pil del Giappone è cresciuto a un ritmo del +3,9% su base annua. Il Pil costituisce l’indicatore più importante per misurare l’attività economica di un paese.
I dati inferiori alle attese provenienti dalla Cina hanno avuto impatti opposti sulle quotazioni di Aussie e Kiwi: il primo è calato di 6 punti a 0,7616$; il secondo è invece cresciuto di 12 punti realizzando un rimbalzo dal minimo di lungo periodo toccato venerdì fino a essere negoziato a 0,7055 in vista della decisione della banca centrale. A maggio, stando a quanto comunica la General Administration of Customs di Pechino, l’export della Cina è calato del 2,5% su base annua dopo il -6,4% di aprile. Il dato di maggio è comunque migliore della previsione media (-5%) di un pool di 13 economisti intervistati dal Wall Street Journal.