Pubblicita'
Pubblicita'

C’è del movimento sui mercati valutari asiatici

Da
Barry Norman
Pubblicato: Sep 11, 2014, 15:42 GMT+00:00

Stamattina i mercati asiatici fanno registrare un certo movimento dopo le ultime notizie provenienti da Nuova Zelanda (decisione di tasso d’interesse) e

C’è del movimento sui mercati valutari asiatici

Stamattina i mercati asiatici fanno registrare un certo movimento dopo le ultime notizie provenienti da Nuova Zelanda (decisione di tasso d’interesse) e Australia (tasso di disoccupazione). Lo yen prosegue il suo movimento in ribasso, puntando nuovi minimi, mentre le piazze asiatiche reagiscono positivamente al dato sull’inflazione cinese, in rallentamento. Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo (Ipc) della Cina ha toccato il minimo degli ultimi 4 mesi mentre quelli dei prezzi alla produzione (Ipp) il minimo degli ultimi 30, rilanciando le voci di un possibile intervento da parte delle autorità governative per stimolare un’economia già alle prese con le difficoltà del settore immobiliare. L’indice Ipc ha stampato un +2% ad agosto contro il +2,3% di luglio; l’indice Ppi si è invece contratto dell’1,2% dopo il -0,9% di luglio.

Lo yen nipponico è intanto scambiato a 106,82, mettendo nel mirino il livello di prezzo 107. Nel secondo trimestre 2014 l’indice di attività manifatturiera Bsi è passato al 12,7 dal 13,9 del primo semestre. Frattanto, il dollaro Usa muove ancora in rialzo, scambiato a 84,43 a tutto svantaggio delle altre valute. Nel corso della sessione di ieri, l’indice DX non aveva fatto registrare particolari scossoni, muovendosi lievemente in rialzo sull’onda dei sentimenti di mercato ribassisti che in apertura di giornata hanno fatto lievitare la domanda per le divise a basso rendimento.

Ieri il cross EUR/USD si è mosso in territorio negativo, cedendo lo 0,1% per via della forza del dollaro Usa: ma la ricomparsa di sentimenti di mercato rialzisti durante la seconda parte di sessione (assieme a dati economici europei tutto sommato positivi) ha impedito che la coppia incappasse in perdite maggiori. Stamattina l’euro ha aperto in ribasso, scambiato a 1,2911, al pari della sterlina che in mattinata ha già ceduto 11 punti per attestarsi a 1,6200. Ieri la divisa britannica era riuscita a riprendersi dal minimo degli ultimi 10 mesi nei confronti del dollaro, dopo che vi ci era precipitata a seguito della notizia di una possibile vittoria del “Sì” al referendum per l’indipendenza scozzese dal Regno Unito.

Per quanto riguarda la sessione asiatica, il governatore della Reserve Bank of New Zealand Graham Wheeler ha lasciato invariati i tassi d’interesse e le linee di politica monetaria. Il Kiwi è così precipitato al di sotto degli 82 dollari Usa per la prima volta negli ultimi 7 mesi, in particolar modo dopo che lo stesso governatore Wheeler ha avuto modi di definire come “ingiustificato e insostenibile” il tasso di cambio della divisa. Dallo scorso luglio il dollaro neozelandese ha già perso il 5% nei confronti della banconota verde, reagendo all’interruzione dei rialzi di tasso d’interesse deciso dalla Rbnz per via della caduta dei prezzi delle materie prime, i quali hanno impattato negativamente sulle prospettive di crescita economica della Nuova Zelanda.

Al contrario, l’Aussie si è mosso in rialzo dopo l’inaspettato calo del tasso di disoccupazione reso noto ieri. Negli ultimi 6 mesi l’economia australiana ha creato 15mila nuovi posti di lavoro al mese, cifra poi ridottasi a 3mila negli ultimi tre mesi al punto da far credere che anche l’ultimo rialzo sarebbe altrettanto contenuto. L’incremento di agosto è stato invece tale da superare i posti di lavoro complessivamente creati negli ultimi 12 mesi: il fatto è che, per quanto le notizie riguardanti il calo della disoccupazione siano sempre ben accette, non c’è alcuna ragione apparente che spiega l’ultimo balzo in avanti dell’occupazione. Gli economisti potranno comunque apprezzare il fatto che ad agosto la disoccupazione è scesa al 6,1% dal 6,4% di luglio, ritornando al livello cui si attestava in giugno.

 

Sull'Autore

Pubblicita'