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Buone notizie da Kiwi e Aussie, entrambe al di sopra dei recenti minimi

Da
Barry Norman
Pubblicato: Sep 24, 2014, 19:15 GMT+00:00

Nella giornata di ieri l’indice NYSE si è mosso prevalentemente in ribasso dopo le difficoltà sperimentante a inizio sessione. La debolezza di Wall Street

Buone notizie da Kiwi e Aussie, entrambe al di sopra dei recenti minimi

Nella giornata di ieri l’indice NYSE si è mosso prevalentemente in ribasso dopo le difficoltà sperimentante a inizio sessione. La debolezza di Wall Street è in parte dovuta alla notizia secondo cui il dipartimento del Tesoro Usa starebbe muovendosi per ridurre le esenzioni fiscali alle imposte sulle società. Anche i mercati europei hanno chiuso le transazioni in territorio negativo dopo che i dati preliminari di Markit hanno evidenziato che l’attività economica dell’Eurozona nel mese di settembre è cresciuta al ritmo più basso del 2014. L’indice di produttività composito è calato a 52,3 – il minimo degli ultimi 9 mesi – dal 52,5 di agosto, a dispetto delle previsioni che puntavano a un dato invariato. Il dollaro Usa si è frattanto mosso in rialzo sino a 84,81, prima di cedere qualche punto in apertura di sessione odierna. I mercati si sono fatti un poco più cauti con l’avvio dei bombardamenti sulla Siria: lo S&P 500 e il Nasdaq sono calati entrambi per il terzo giorno consecutivo sino a toccare il minimo delle ultime 5 settimane. Gli investitori stanno infatti facendo i conti con il rallentamento economico globale e le operazioni militari in Medio Oriente. Gli indici asiatici aprono la sessione odierna in ribasso, sull’onda delle performance di Stati Uniti e mercati europei.

Il dollaro si è mosso in ribasso nei confronti delle sue principali controparti valutarie dopo che diversi segnali puntano a una ripresa economica ancora irregolare alimentando le voci circa un rialzo dei tassi d’interesse per la metà del 2015. Oggi l’asta di titoli del Tesoro Usa a 5 anni dovrebbe sospingere i rendimenti al massimo degli ultimi 3 anni sull’onda delle speculazioni circa un rialzo dei tassi Fed nel 2015.

Nel corso della sessione asiatica il dollaro neozelandese è stato protagonista di un rally che lo ha smosso dal minimo dell’ultimo anno grazie alla notizia di un’inaspettata riduzione del deficit commerciale ad agosto. Il Kiwi è frattanto scambiato a 0,8072. Stando all’Ufficio di statistica della Nuova Zelanda il deficit commerciale del paese è calato a 472 milioni di dollari Usa nel mese di agosto dopo aver toccato quota 724 a luglio e 1,24 miliardi l’anno precedente. Il dato di agosto è nettamente inferiore agli 1,27 miliardi previsti da un pool di economisti intervistati da Reuters.

La banca centrale australiana sostiene che gli investitori stanno speculando sul mercato immobiliare del paese, distorcendone le quotazioni, dichiarandosi pronta a discutere con le altre autorità dell’Australia possibili misure per controllare l’erogazione di mutui e altri prestiti. Ieri l’indice PMI manifatturiero della Cina si è stampato al di sopra delle aspettative, permettendo all’Aussie di muoversi in rialzo di 14 punti per essere scambiato a 0,8854. L’Australia ha appena rivisto in ribasso le previsioni di prezzo per i minerali di ferro relative al 2014 e al 2015, riducendo di conseguenza anche le stime produttive dal momento che la propria offerta è comunque ancora superiore alla domanda cinese.

Lo yen giapponese sta beneficiando del rialzo della domanda di asset sicuri ed è scambiato a 108,65 contro il dollaro Usa; la coppia si è mossa verso il basso di 25 punti in apertura di sessione asiatica. RTT ha comunicato che l’espansione del settore manifatturiero del Giappone è proseguita anche in settembre, benché a un ritmo ridotto, stando a quanto risulta dalle indagini preliminari di Markit: l’indice PMI nipponico si attesta infatti a 51,7, in ribasso rispetto al 52,2 di agosto ma comunque al di sopra del livello 50. Fra le singole voci dell’indagine, si segnala il modesto miglioramento del clima economico e la robusta crescita dell’output manifatturiero.

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