Bilancio di 8.000 vittime civili in Ucraina è “punta dell’iceberg” – Onu

GINEVRA (Reuters) – Dall’inizio dell’invasione russa quasi un anno fa, in Ucraina sono stati uccisi più di 8.000 civili, secondo quanto ha detto l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, parlando di tale cifra come solo “punta dell’iceberg” e stimando migliaia di morti in più.

L’ultimo bilancio ha visto una significativa revisione al rialzo rispetto a quello precedente, pubblicato all’inizio del mese, che parlava di 7.199 vittime dall’inizio dell’invasione diMosca, il 24 febbraio 2022. Circa il 90% delle vittime sono state uccise da armi esplosive.

“I nostri dati sono solo la punta dell’iceberg. Il bilancio dei civili è insostenibile”, ha affermato Volker Turk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Matilda Bogner, capo della Missione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Ucraina, ritiene che siano ancora da conteggiare migliaia di morti di civili, molte delle quali nella città meridionale ucraina di Mariupol, ora sotto il controllo russo.

Il conteggio delle Nazioni Unite comprende 2.000 morti civili a Mariupol, che ospitava circa 450.000 persone prima che la Russia la assediasse per tre mesi e la radesse al suolo.

“Abbiamo informazioni non corroborate che indicano che i numeri sono migliaia in più di quelli che abbiamo documentato e un gran numero di questi sono di Mariupol”, ha detto Bogner ai giornalisti.

La Russia nega di aver intenzionalmente preso di mira i civili in quella che definisce una “operazione militare speciale”.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)