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Barclays è pessimista sul futuro tricolore

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jul 28, 2016, 14:32 GMT+00:00

Secondo una recente indagine di Barclays, il Bel Paese potrebbe subire un ennesimo cambio di rotta, registrando un’inversione del trend di crescita

Barclays è pessimista sul futuro tricolore

Secondo una recente indagine di Barclays, il Bel Paese potrebbe subire un ennesimo cambio di rotta, registrando un’inversione del trend di crescita (seppur modestissima), tornando all’incubo della recessione.

Secondo il colosso UK, l’Italia conoscerà trimestri di flessione che vanificherebbero il presente contesto ancora favorevole dovuto a politiche fiscali agevolative, basso prezzo delle materie prime e una risposta positiva dal mercato del lavoro.

Gli analisti di Barclays sostengono che l’Italia potrebbe avvertire l’urto figlio della Brexit, seppur sia stato più volte dimostrato come lo Stivale sia lo Stato meno esposto all’uscita di Albione dall’Unione Europea.

Qualche dato.
Dopo una media trimestrale di crescita intorno al 0,3%, Barclays pronostica un +0,2% nel secondo trimestre di quest’anno e un +0,1% nel terzo periodo, seguiti da due trimestri a rispettivamente -0,1% e -0,2%. Nel dettaglio: “Prevediamo una crescita media dello 0,8% per l’anno in corso e una contrazione dello 0,1% nel 2017, stima tagliata dell’1,3%”.

Quel che viene sottolineato dalla City è una duplice criticità, che obiettivamente appare alquanto sensata: da un lato si pone l’accento sulla forte volatilità dei mercati, dall’altra sullo scenario politico senza alcun equilibrio, incapace quindi di garantire stabilità.

Considerando la situazione in relazione alla Brexit, gli analisti londinesi sono convinti che per quanto la pressione del voto britannico abbia trovato piena espressione nel settore creditizio tricolore, con gli istituti di credito in procinto di ridurre maggiormente il risibile supporto elargito alle società non finanziarie, le elezioni amministrative di giugno hanno fornito una panoramica puntuale e concreta sulla decadente dimensione del governo renziano.

Al riguardo, la questione politica troverà la propria risoluzione, in un senso o nell’altro, in vista del referendum costituzionale indetto per ottobre, crocevia di una credibilità di Governo che potrebbe crollare definitivamente, portandosi dietro le disastrose e conseguenti risposte dei mercati.
Questo il commento degli analisti di Barclays: “Una vittoria del no potrebbe avere conseguenze molto più severe delle dimissioni di un giovane primo ministro riformista”.
Posizione sostenibile se si considera come un fallimento in tal senso causerebbe spreco di risorse impiegate in anni e anni per arrivare a riforme che non vedrebbero la luce, il che getterebbe ancora più ombre sull’appeal italiano verso la platea di investitori. Italiani e non.

Dati a parte, risulta palese come mai come nel presente momento storico il Bel Paese si trovi in una condizione interlocutoria in cui politica, economia e finanza siano strettamente connesse.
I prossimi mesi segneranno lo spartiacque tra una ripresa concreta e una discesa da rifuggire a ogni costo.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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