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Bankitalia: l’Occasional Paper sul QE

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Apr 30, 2015, 02:28 GMT+00:00

Il QE non solo è partito, ma è anche arrivato. È chiaramente in divenire. Per questioni di chiarezza relativamente al suo impatto e alla situazione

Bankitalia: l’Occasional Paper sul QE
Bankitalia: l’Occasional Paper sul QE

Il QE non solo è partito, ma è anche arrivato.
È chiaramente in divenire. Per questioni di chiarezza relativamente al suo impatto e alla situazione contingente, la Banca d’Italia ha fatto uscire recentemente un occasional paper per rendere trasparente quella che si appresta a diventare la manovra finanziaria europea più importante degli ultimi anni.

L’alleggerimento quantitativo peserà sull’economia italiana 1,4 punti percentuali di PIL nel biennio 2015-16: sia come effetti diretti (tassi e prezzi asset) sia attraverso quelli indiretti (calo euro e conseguente spinta a export).

Bankitalia, con le firme di Pietro Cova e Giuseppe Ferrero, rileva come la stima attuale superi di poco la precedente, temporalmente più datata di poche settimane, i cui numeri si attestavano sul punto percentuale, se non di più, essendo già compresa nelle ultime previsioni di crescita economica (+0,5% quest’anno e +1,5% il prossimo).

È opportuno partire dall’ambito in cui si registri la percentuale maggiore di incidenza e incisività: questa è costituita dal tasso di cambio. Il deprezzamento del cross eur/usd, figlio anche del discorso tenuto a novembre dal Governatore BCE Mario Draghi sui lavori preparatori (-10%), sommato a quello del tasso nominale effettivo, incidono per 0,4 punti nell’anno presente e incideranno per 0,5 punti in quello futuro.

Capitolo domanda estera: questa ha subito una variazione intra area di complessivi 0,2 punti percentuale nel biennio e insieme al già citato deprezzamento dell’euro potrebbe portare a un aumento delle esportazioni italiane cumulativo di quasi 4 punti percentuali nel biennio 2015-2016. Secondo Cova e Ferrero, la diminuzione del valore della moneta unica è da ricondurre proprio al QE, in valore dell’11,4%. Di qui le buone notizie per il Bel Paese, per il quale, prosegue il paper: “tenendo conto dell’elevata quota di commercio estero con i partner euro, si può stimare un miglioramento della competitività di prezzo di circa il 6%”.

Passando ai titoli di stato, specie quelli a 10 anni, è possibile osservare come il calo dei rendimenti degli stessi (-85 punti base) e quello dei tassi bancari sui prestiti a famiglie e imprese, invertirà il proprio trend progredendo grazie ad una crescita del PIL di 0,1 punti percentuale quest’anno e 0,3 l’anno successivo.
Il calo dei tassi e il miglioramento delle condizioni di credito comporterà un aumento della spesa delle famiglie e una crescita dei consumi di mezzo punto nel biennio e degli investimenti di oltre un punto.

Quello che manca nel report è la voce relativa all’aumento della ricchezza delle famiglie, derivante dalla crescita di azioni e titoli finanziari vari, investimenti distribuiti in Italia in misura minore rispetto a quelli immobiliari, settore dalla storica fiducia per gli italiani.

L’istituto di Via Nazionale è stato trasparente, forse per fugare possibili dubbi sulla convenienza di una simile misura finanziaria. Adesso bisognerà solo aspettare che le banche facciano la loro parte e che il Paese possa fruire di un’iniezione di liquidità senza precedenti.

Solo così sarà possibile affrancarsi dalla stagnazione dell’economia reale.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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