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Bankitalia affossa le speranze del settore immobiliare

Da
Lorenzo Cuzzani
Aggiornato: Mar 23, 2015, 22:23 GMT+00:00

l mattone italiano non risalirà. Questa realtà è da tempo nota più ad economisti ed analisti che ad addetti del settore, spesso più inclini a sostenere

Bankitalia affossa le speranze del settore immobiliare

l mattone italiano non risalirà.
Questa realtà è da tempo nota più ad economisti ed analisti che ad addetti del settore, spesso più inclini a sostenere logiche di risalita basate su ciclicità dei flussi, della domanda e su speranze di stampo pubblicitario.

In questo contesto di incertezza circa la situazione del comparto immobiliare e il suo trend, ci ha pensato la Banca d’Italia e spegnere ogni entusiasmo alimentando la disillusione di scettici e cinici: “difficilmente il settore immobiliare potrà tornare ai fasti raggiunti dalla fine degli anni Novanta fino al 2006.”

In una analisi diffusa ieri, 22 marzo, l’istituto di Via Nazionale rende noto come il Mercato Immobiliare non beneficerà di una ripresa, anche in caso di progresso economico del Paese. Le ragioni sono molteplici e molto semplici, a partire dalla stagnazione dell’economia reale, alla difficoltà di accesso al credito, alla diversificazione degli investimenti, evolutisi proporzionalmente al cambiamento delle esigenze del periodo storico contingente e molto altro.

“I percorsi che nel passato hanno portato alla forte crescita del settore difficilmente potranno essere riproposti nel futuro. I problemi di accesso al credito di giovani e stranieri, che nell’ultimo decennio hanno sostenuto la domanda di abitazioni spingono verso modelli di crescita molto diversi”.
Appare chiaro come in un momento di difficile accesso al credito generale sia venuta meno quella domanda sistemica di affitto o acquisto di immobili che ha sostenuto il settore per decenni, vera linfa vitale di un ambito, quello immobiliare, che ha trainato la Nazione generando lavoro, flussi e ricchezza. Oltre che opportunità e stabilità.

Continua nella sua disamina la Banca d’Italia, affermando che “il forte ridimensionamento del mercato immobiliare, i conseguenti elevati livelli di invenduto, un contesto demografico meno favorevole del passato, i problemi di accesso al credito di giovani e stranieri spingono verso modelli di crescita dell’intero comparto immobiliare molto diversi dal passato.”
È chiaro come la criticità maggiore sia costituita dal credit crunch, tanto da essere più volte chiamata in causa, ma è anche vero che nell’attuale periodo storico è più difficile far fronte a quote di invenduto, ammortamenti e deficit conseguenti, proprio in virtù di quel buco nero creato dalla stretta creditizia, che alimenta un circolo vizioso da cui è quasi impossibile uscire, viceversa è impossibile interrompere.

Il rapporto di Palazzo Koch si conclude esaminando gli scenari futuri, i quali saranno caratterizzati
dalla “crescente attenzione alle tematiche della salvaguardia del paesaggio e delle aree verdi, al miglioramento delle condizioni di sicurezza, alla riqualificazione del patrimonio abitazione esistente, al miglioramento dell’efficienza energetica. In questo contesto il settore sta evolvendo dall’offerta di nuove abitazioni all’offerta di servizi abitativi” annoverandosi fra questi ultimi la maggiore disponibilità di case in affitto o anche il “social housing.”

Da questo si può dedurre come non vi sia più spazio per la floridità di un settore, quello immobiliare, che da tempo ha abdicato la sua funzione -costitutiva- di una nazione, l’Italia, che è profondamente cambiata ed evoluta insieme alle tendenze modernizzanti ed europeizzanti, che l’hanno resa, nel bene e nel male, diversa e più al passo con i tempi, dei tempi figli e vittime di una crisi che non ha risparmiato nessuno.

La speranza per il mattone risiede nell’appeal ancora forte del Bel Paese verso investitori stranieri: solo capitali freschi e ben direzionati possono ridare linfa ad un ramo della produzione nostrana che è da sempre leader sul mercato e ultimo baluardo di un Made in Italy di qualità.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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