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Bad Bank: Visco chiarisce il progetto

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Sep 16, 2015, 20:37 GMT+00:00

La -telenovela- sulla bad bank si arricchisce di un ulteriore capitolo, probabilmente il più importante: finalmente una voce eminente fa luce su un

Bad Bank: Visco chiarisce il progetto
Bad Bank: Visco chiarisce il progetto

La -telenovela- sulla bad bank si arricchisce di un ulteriore capitolo, probabilmente il più importante: finalmente una voce eminente fa luce su un argomento dibattuto e complesso, permettendo così di capire ratio e criticità di un simile progetto.

Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, presenziando ieri all’Euromoney Italian Conference a Milano, fornisce dettagli e motivazioni di un progetto, l’istituzione di una bad bank italiana, difficile da realizzare, ma davvero utile da portare a compimento.

Prendendo le mosse da un incipit che spesso è sottovalutato, sottolinea la diversità progettuale dell’istituto mangia sofferenze italiano da quello di altre realtà, affermando che lo stesso “è rivolto alle banche solventi ed è su base volontaria e, a differenza di quanto fatto in altri Paesi, il progetto italiano prevede che il trasferimento degli asset sia fatto a prezzi di mercato. In questo modo, è escluso il trasferimento di perdite dalle banche allo Stato”.

Secondo il Governatore Visco, l’istituzione di una bad bank è coerente con il Meccanismo di Vigilanza Unico, un nuovo sistema europeo di vigilanza bancaria che comprende la BCE e le autorità di vigilanza nazionali dei Paesi partecipanti, le cui principali finalità di salvaguardia di sicurezza e solidità del sistema bancario europeo, di aumento di integrazione e stabilità finanziarie e soprattutto di assicurazione di una vigilanza coerente, costituiscono il punto di partenza all’origine di ogni progetto orientato verso l’ottimizzazione e la semplificazione della finanza nazionale e sovranazionale.

Le parole del Governatore al riguardo: “Stabilire il Single Supervisory Mechanism è stato un passo importante per superare la crisi del debito sovrano e per rafforzare i bilanci delle banche europee, sono comunque necessari sforzi a tutti i livelli, sia nazionali che sovranazionali, per promuovere la crescita. Come parte della strategia europea multi approccio, l’unione bancaria e il lancio della Union Capital Market sono pietre miliari essenziali. Siamo tutti impegnati a completare l’unione monetaria ed economica”.

Dopo questo quadro introduttivo, il n.1 di Via Nazionale si sofferma sui motivi per i quali sia necessaria la creazione di una bad bank italiana, illustrando l’odierna situazione delle sofferenze, vera causa della stagnazione creditizia italiana ed europea: “Questo riguarda in particolare l’Italia dove il volume delle sofferenze è triplicato dall’inizio della crisi globale, al 10% del pil circa e al 25% della produzione industriale”.
Il tutto è figlio di criticità strutturali come l’inefficienza di un sistema legale adeguato e un disposto impositivo iniquo.

Capitolo funzionamento della bad bank: l’idea è quella di lanciare un asset management company che acquisti i crediti non performanti dalle banche italiane, questo perché “La bad bank darebbe il via al mercato dei crediti a rischio nel portafoglio delle banche, aumentando la trasparenza nel settore”, aggiungendo poi che ”questo mercato è ancora estremamente limitato e opaco e i prezzi potrebbero non essere determinati in maniera corretta”.

Sul bail-in, vale a dire la contribuzione alle perdite della banca prima di azionisti e obbligazionisti, così si esprime il Governatore: “Le banche dovranno essere particolarmente caute per tutelare clienti e sottoscrittori dopo l’introduzione delle nuove norme sul salvataggio”, il che è di agevole comprensione se si considera come l’introduzione di strumenti per il salvataggio potrebbe avere un impatto sui costi della raccolta delle banche.

Prosegue Visco, insistendo sull’attenzione che gli istituti bancari dovranno avere nel collocamento dei propri titoli, in virtù delle regole poste a protezione degli investitori, dal momento che i sottoscrittori potrebbero essere chiamati a contribuire ai costi di risoluzione. Questo, il suo diktat: “I clienti dovranno avere informazioni esaustive sulle caratteristiche dei diversi strumenti e gli strumenti più rischiosi dovranno essere espressamente riservati agli investitori istituzionali”.

Una simile panoramica trasversale sulla materia appare esauriente ed esaustiva, anche se chiaramente la partita sarà giocata sul tavolo europeo, il cui responso appare lungi dall’essere positivo nell’immediato, a causa della complessità della strutturazione italiana riguardo la bad bank e della diversità di esigenze, che però, non possono più rimanere parallele in tempi di Unione Monetaria.

Questo il progetto. Si auspica anche la sua realizzazione.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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