Il super fondo salva banche, pensato da Quaestio Sgr e avallato dal Governo, sembra aver convinto il panorama internazionale, o almeno fatto riflettere
Il super fondo salva banche, pensato da Quaestio Sgr e avallato dal Governo, sembra aver convinto il panorama internazionale, o almeno fatto riflettere sulla propria utilità.
Innanzitutto, guai a sentire parlare di salvataggio, così come statuito dall’eminente voce del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, che nel merito ammonisce: “Il Fondo è interamente finanziato e gestito privatamente”, di conseguenza non costituisce “bailout”.
Non appare del tutto convinta Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, titolare di una posizione ambivalente: “’Un approccio interessante, limitato nella taglia e nell’ammontare, ma interessante. È però talmente recente che mi riservo la valutazione”.
Comprensibile una sorta di oculatezza nei giudizi, è auspicabile che Atlante assuma presto quella dimensione di trasparenza e chiarezza che gli permetterà di dimostrare credibilità anche verso i più scettici.
Chi invece manifesta ottimismo al riguardo è il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, il cui pensiero è come al solito limpido ed essenziale: “Non abbiamo esaminato i dettagli, comunque è un piccolo passo nella direzione giusta”.
Un siffatto pensiero, per quanto semplice, risulta un’iniezione di fiducia non indifferente verso il Fondo, specie considerando la fonte di provenienza. Un’apertura in tal senso da parte della BCE costituisce già un tassello fondamentale verso la realizzazione del progetto anti-npl, favorendo un dialogo tutt’altro che scontato.
Un’altra buona notizia arriva dal Commissario Europeo per la Concorrenza, Margaret Vestager, che, in merito alla solita querelle sugli aiuti di Stato, tranquillizza anche i più arditi detrattori: “Non credo che con il fondo Atlante l’Italia voglia aggirare le regole comunitarie sugli aiuti di Stato, ma solo cercare il modo migliore per andare avanti”.
Sorprendente, ma sicuramente inaspettata, la reazione di alcuni ambienti comunitari sulla questione Atlante.
L’Italia ringrazia di cotanta fiducia e va avanti, ben consapevole che la partita più difficile sarà l’elaborazione di un modello che sia inattaccabile sotto ogni punto di vista.
E chissà che un domani non possa essere esportato.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.