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Asset manager, banche chiedono a Ue di valutare costi spostamento clearing euro da Londra

Da:
Reuters
Aggiornato: Feb 2, 2023, 11:08 UTC

LONDRA (Reuters) - Asset manager, hedge fund e banche hanno esortato l'Unione europea a valutare adeguatamente i costi dei piani che prevedono di spingere gli operatori di mercato a spostare i servizi di compensazione dei derivati da Londra verso conti obbligatori all'interno dell'unione.

Bandiere dell'Unione europea davanti la sede della Commissione europea a Bruxelles, in Belgio

LONDRA (Reuters) – Asset manager, hedge fund e banche hanno esortato l’Unione europea a valutare adeguatamente i costi dei piani che prevedono di spingere gli operatori di mercato a spostare i servizi di compensazione dei derivati da Londra verso conti obbligatori all’interno dell’unione.

La Lch del London Stock Exchange Group e Ice a Londra sono stati a lungo predominanti nel mercato dei derivati in euro, ma ora l’Ue intende avere voce in capitolo su questo tipo di servizio, che vale migliaia di miliardi di euro, per garantire la stabilità finanziaria nel blocco dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.

Una dichiarazione congiunta dei diversi settori ha sottolineato che le proposte di rafforzare il clearing dei derivati in euro nell’Ue danneggerebbero il mercato dei capitali dell’unione.

“Le proposte renderebbero le imprese Ue meno competitive e avrebbero un impatto negativo sul mercato dei derivati, sui membri del clearing Ue e sui loro clienti, sugli investitori e sui risparmiatori Ue e sull’Unione dei mercati dei capitali”, si legge nella dichiarazione rilasciata da quattro organismi di settore.

L’Ue ha individuato tre contratti derivati, i tassi d’interesse a breve termine, gli swap sui tassi d’interesse e i credit default swap, tutti soggetti a compensazione a Londra, che vorrebbe fossero raggruppati in conti presso società di clearing come Deutsche Boerse all’interno dell’unione.

Gli organismi del settore dei derivati Isda e Fia, l’associazione degli hedge fund e degli investimenti alternativi Aima e l’Efama, che rappresenta il settore dell’asset management nell’Ue, ritengono che l’attuazione di tali piani risulterebbe costosa.

I piani, sotto forma di proposta legislativa della Commissione europea, devono essere approvati dagli Stati membri dell’Ue e dal Parlamento europeo affinché possano diventare legge.

“Riteniamo che la Commissione europea debba dimostrare il rischio della compensazione tramite Ccp (central clearing parties, parti centrali di compensazione) di secondo livello con sede al di fuori dell’Ue e fornire una solida analisi costi-benefici dei requisiti proposti per i conti attivi”, hanno detto gli organismi di settore.

Una strategia basata sulla crescita organica e su soluzioni orientate al mercato sosterrebbe al meglio la competitività delle clearing house Ue in un mercato di compensazione globale, hanno aggiunto.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)

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