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ABI: l’outlook di maggio sulle sofferenze bancarie e non solo

Da
Lorenzo Cuzzani
Aggiornato: May 23, 2015, 00:12 GMT+00:00

Come ogni mese, è arrivato puntuale il report dell'ABI. Il presente documento del mese di maggio prende le mosse dalla situazione relative alle sofferenze

ABI: l’outlook di maggio sulle sofferenze bancarie e non solo
ABI: l’outlook di maggio sulle sofferenze bancarie e non solo

Come ogni mese, è arrivato puntuale il report dell’ABI.

Il presente documento del mese di maggio prende le mosse dalla situazione relative alle sofferenze presenti negli istituti di credito italiani, delineando un quadro tutt’altro che roseo.

È possibile vedere come il livello dei crediti in sofferenza lordi si attesti sui 190 miliardi di euro nel mese di marzo, superando così la precedente quota di febbraio di 187,3 miliardi di euro e segnando un pessimo record a riguardo. Nel dettaglio si osserva la distribuzione dei crediti in questione: al 9,8% troviamo gli impieghi, percentuale maggiorata di un +1,2% su base annua e di un 7% sul 2007; più elevata la quota occupata dai piccoli operatori economici, per i quali il rapporto sofferenze raggiunge il 16,6%, segnando un progresso del 2% su base annua e del 9,5% da fine 2007; valore ancora più alto, seppur in maniera esigua, è quello rappresentato dalle imprese, per le quali le sofferenze sono stimate al 16,7%, crescendo di 2,7 punti percentuale sul 2014 e di ben 13,4 sul 2007. Chiudono il cerchio le famiglie consumatrici con un 7,1%, dato progredito di 0,5 punti percentuale su base annua e di 4,2 sul 2007.

Di tenore alquanto minore è stata la crescita delle sofferenze nette, dal momento che l’aumento è stato solamente di un +1,6%, dai 79,3 miliardi di euro di febbraio agli 80,9 di marzo.
Segue il trend generico quello parziale, con il rapporto sugli impieghi che si attesta sul 4,42% di marzo, in lievissimo aumento su quello di febbraio, 4,38% e dell’anno precedente, 4,12%, staccando di quasi 4 punti i livelli del 2007, fermi allo 0,86%.

Capitolo raccolta: si registra una flessione annua su quella a medio e lungo termine, quindi obbligazionaria, che ad aprile ha toccato quota -14%, causando una diminuzione in valore assoluto di 69,6 miliardi di euro, portando come ovvia conseguenza il quasi blocco dei prestiti in questione.
Viceversa, sorridono i depositi: questi sono progrediti di 3,4 punti percentuali annui e di 3,5 a marzo, facendo registrare un aumento di 41,6 miliardi nel mese di aprile.
Da questi dati è possibile tirare le fila dell’intera raccolta, costituita dal totale depositi aggiunti alle obbligazioni, la quale scende di 28 miliardi di euro dall’anno precedente, risentendo della crisi obbligazionaria arrivando ad un calo percentuale dell’1,6%.

Focalizzando l’attenzione prima e dopo la crisi, si osserva come la raccolta da clientela sia cresciuta da 1.513 a 1.693,9 miliardi di euro, registrando un progresso di più di 181 miliardi di euro. Avvicinandosi al presente, precisamente ad aprile 2015, il tasso medio sul totale della raccolta bancaria da clientela si posiziona sull’1,36%, scendendo rispetto all’1,37% di marzo e al 2,89% pre-crisi.

Passando in rassegna i finanziamenti alle imprese, si assiste al loro aumento in concomitanza con la contrazione dei prestiti alle famiglie, situata al -0,3%: tali aumenti hanno raggiunto un +8,1% su base annua trimestrale. In generale, i prestiti bancari sono cresciuti ad aprile, ma sono rimasti su valori negativi, ammontando precisamente a 1.825,8 miliardi di euro, rappresentando in valore percentuale un -0,8% annuo e una flessione di ulteriori 0,4 punti percentuali il mese precedente.

A fine 2007 questi prestiti ammontavano a 1.673 miliardi di euro, facendo registrare da allora a oggi un aumento in valore assoluto di oltre 152,5 miliardi di euro. Un aumento esiguo c’è stato nei prestiti a residenti in Italia per quanto riguardi il settore privato (-1,2% nel mese di aprile, -1,6% nel mese di marzo). In lieve miglioramento è risultata la variazione annua dei prestiti a residenti in Italia al settore privato (-1,2% ad aprile, -1,6% il mese precedente). A fine aprile risultano pari a 1.555,3 miliardi di euro (1.450 miliardi a fine 2007, +105,2 miliardi circa da allora ad oggi).

Continuando la rassegna pre e post crisi, si osserva che il livello di prestiti concesso a famiglie e a società non finanziarie raggiunge i 1.407 miliardi di euro nel mese di aprile 2015, pari al -0,8% su base annua, mentre a fine 2007 tali prestiti si collocavano a 1.279 miliardi, con un incremento nel periodo in valore assoluto di oltre 128 miliardi.

È possibile concludere la disamina considerando come i tre aggregati principali degli impieghi indichino un recupero rispetto al record negativo raggiunto a novembre 2013: è vero che si parla sempre di dati con segni negativi, ma è anche vero che, stante la disaggregazione dovuta alla durata, tali dati costituiti dal -1,6% per il breve termine (fino a 1 anno) e del -0,6% per il medio e lungo termine (oltre 1 anno), siano numeri gestibili e che incoraggino una crescita che potrebbe avere presto segno opposto.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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