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La BCE e il Fomc tornano al centro dell’attenzione dei trader del mercato valutario

Da
Barry Norman
Aggiornato: Apr 19, 2016, 10:37 GMT+00:00

Con gli investitori che si dirigono verso attività sicure mentre il prezzo del greggio scende a causa del mancato raggiungimento di un accordo al vertice

La BCE e il Fomc tornano al centro dell’attenzione dei trader del mercato valutario

Con gli investitori che si dirigono verso attività sicure mentre il prezzo del greggio scende a causa del mancato raggiungimento di un accordo al vertice di Doha, i titoli del Tesoro degli Stati Uniti si sono mossi in rialzo, portando il rendimento dei titoli a 10 anni verso il minimo delle ultime sette settimane. Il debito sovrano è aumentato anche in Giappone e Australia dopo la preoccupazione per lo stato dell’economia globale espressa dal Fondo Monetaria Internazionale. Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è sceso al -0,125%,  non lontano dal minimo storico del -0,135% toccato il 18 marzo. Il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni australiani è diminuito di 6 punti base al 2,5%.

La Federal Reserve ha motivato la sua decisione di non procedere a nuovi innalzamenti del tasso di interesse facendo riferimento ai rischi globali.

I trader stanno velocemente superando la questione del ribasso del petrolio, con il vertice di Doha ormai trascorso e l’attenzione che torna a concentrarsi sulle banche centrali. La Bce si riunirà nella giornata di giovedì: non sono previste novità nella politica monetaria, ma la conferenza stampa di Draghi potrebbe ravvivare i mercati. Nella settimana successiva, è, invece, prevista la riunione della Federal Reserve per il mese di aprile.

Il The Express Tribune ha dedicato un recente articolo al contrasto tra la Bce e la Bundesbank. Secondo gli analisti, è probabile che la Banca Centrale Europea, sempre più oggetto delle critiche della Bundesbank per la sua politica monetaria ultraespansiva, intenda affermare con forza la propria indipendenza alla prossima riunione del Consiglio direttivo.

Per Jennifer McKeown, economista presso Capital Economics, il presidente della Bce, Mario Draghi, “risponderà alle critiche che giungono dalla Germania (…) ribadendo l’indipendenza della Banca Centrale Europea e sottolineando come maggiori misure espansive siano ancora possibili.”

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, è stato insolitamente sincero circa il suo crescente disappunto per la decisione della Bce di portare i tassi a zero. Schäuble ha lasciato intendere che le misure della Banca Centrale Europea hanno contribuito alla tensione politica ultimamente registratasi in Germania, aiutando l’avanzata di AfD, il partito antieuro e xenofobo.

L’euro è molto più forte di quanto la Bce vorrebbe. Nella mattinata di oggi, la coppia EUR/USD viene negoziata a quota 1,1321, rimbalzando dai massimi di quota 1,14. Di quarantasette analisti interpellati da Bloomberg, il 60% ritiene che, nonostante le misure senza precedenti finora attuate dalla Banca Centrale Europea, ci sia ancora altro da fare. Molto probabilmente, nuove misure verranno annunciate alla riunione dell’8 settembre. Tuttavia, un nuovo intervento potrebbe aver luogo già a giugno. Alla riunione di giovedì, la Bce non dovrebbe modificare la propria politica monetaria. Mentre era a Washington la scorsa settimana, Draghi ha ribadito l’importanza “cruciale” che un’inflazione tanto bassa non produca effetti secondari sui salari e i prezzi. Lo scorso mese, il tasso di inflazione era a zero. Secondo gli economisti, i prezzi dovrebbero aumentare lentamente per raggiungere una media dell’1,7% soltanto nel 2018.

La preoccupazione di Draghi pare pesare sull’ottimismo degli economisti. Nel sondaggio tenuto prima della riunione della Bce del 10 marzo, gran parte degli interpellati ha affermato di aspettarsi il taglio dei tassi e l’allentamento quantitativo, misure sufficienti a far ripartire l’economia.

Nella mattinata di martedì, con i trader che attendono la riunione del Fomc della prossima settimana, il dollaro ha perso 4 punti per venire negoziato a quota 94,41. Secondo la Reuters, la presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha affermato che le decisioni della banca centrale degli Stati Uniti sui tassi di interesse dipenderanno dall’andamento dell’economia.

Tuttavia, diversi membri della Fed stanno già ignorando gran parte dei dati economici più recenti, poiché considerati inaffidabili: tutto ciò rende molto difficile per investitori, imprese e famiglie prepararsi alla prossima manovra della Federal Reserve sui tassi di interesse.

In un’intervista rilasciata alla Reuters nella giornata di venerdì, il direttore della ricerca della Fed di San Francisco, Glenn Rudebush, ha dichiarato: “Prenderei le stime sul Pil reale del primo trimestre cum grano salis. Il primo trimestre sarà caratterizzato dalla debolezza dell’economia. Tuttavia, riteniamo che il dato non sia rappresentativo della sottostante forza del sistema economico.”

Il governo non pubblicherà le prime stime sulla crescita economica nel primo trimestre prima del 28 aprile, il giorno successivo alla riunione della Fed sulla politica monetaria. Tuttavia, le previsioni non ufficiali danno un dato basso. Ad esempio, secondo la Fed di Atlanta, la crescita del Pil del primo trimestre dovrebbe attualmente essere di appena lo 0,1%.

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