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Prezzi Petrolio: Valori Sui Massimi da Tre Mesi, Nonostante le Promesse dell’OPEC+

Da:
Federico Dalla Bona
Aggiornato: Jun 7, 2022, 05:54 UTC

I Paesi produttori promettono aumenti di produzione, c'e' da crederci?

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I prezzi del future sul petrolio greggio, quotato in dollari al Nymex, hanno inaugurato la settimana su nuovi massimi relativi a 120.99, per poi flettere durante tutto il resto della seduta fino ai minimi di giornata toccati (finora) a 117.63.

La scorsa ottava si era conclusa senza la formazione di segnali di esaurimento del rialzo su grafico a barre weekly, per cui le aspettative sono di prosecuzione del rialzo nel corso delle prossime 5-10 giornate in direzione di quota 127.00. Lo scenario è sorretto dai supporti di breve periodo che si trovano a 114.60/115.50 ed a 111.20/111.50 che, fino a venerdì prossimo, costituiranno potenziali punti di ripartenza del rialzo in caso di arretramenti.

Il quadro tecnico a 5-10 giornate verrebbe compromesso solo dall’eventuale cedimento di quota 111.20 con una chiusura daily. Possiamo premettere che l’area di verifica immediatamente inferiore sarebbe da ricercare non prima di 103.00/104.00.

L’Opec+ promette maggiore produzione

I prezzi del petrolio rimangono sostenuti sui massimi delle ultime 13 settimane, ma non hanno trovato oggi ulteriore stimolo rialzista, per il dubbio che l’Arabia Saudita possa a breve annunciare dei nuovi aumenti di produzione, allentando la pressione in acquisto dovuta alla scarsa offerta disponibile.

Ricordiamo che, la scorsa settimana, i Paesi dell’Opec+ avevano già annunciato un piano di aumento delle estrazioni di 648.000 barili al giorno per i mesi di luglio e agosto. Ciononostante, le quotazioni del greggio si erano mantenute elevate a causa dei limiti globali alla capacità di raffinazione. C’è da aggiungere, inoltre, che l’obiettivo di aumento della produzione è stato distribuito fra tutti i membri dell’Opec+ e, fra questi, alcuni presentano limiti tecnici oggettivi alla capacità di estrazione, mentre altri (leggi Russia), devono affrontare le sanzioni occidentali e non hanno alcun interesse a venire incontro alle necessità dei Paesi ostili.

“Gli input di greggio nelle raffinerie statunitensi sono stati ridotti di circa il 6% rispetto a 4 anni fa, contribuendo nel contempo a una grave rigidità nei mercati della benzina e del diesel”. Lo ha affermato Jim Ritterbusch, presidente di Ritterbusch and Associates a Galena, Illinois.

Il Quadro Tecnico per il WTI

Su grafico a barre da 30 minuti possiamo visualizzare con maggiore definizione di dettagli il comportamento odierno dei prezzi, i quali sono stati finora respinti dalla resistenza intermedia di quota 121.30/40. Il mercato si sta lentamente riportando in avvicinamento alla zona dei supporti localizzati, come detto, a 114.60/115.50 ed a 111.20/111.50.

Da un punto di vista del rapporto rischio/beneficio, sarebbe preferibile seguire il mercato con posizioni long solo su test ravvicinati del primo supporto, in ogni caso da quotazioni non superiori a 117.20/25. La resistenza intermedia rappresenta l’ultimo ostacolo di rilievo sulla strada per il target a 127.00, raggiunto il quale diverrà opportuno attendere segnali dai prezzi prima di aggiornare lo scenario, per la concreta probabilità che si possa innescare un nuovo arretramento.

Nel frattempo, mentre sono le 20.35 CET di lunedì 6 giugno, il contratto future Light Crude Oil WTI viene passato di mano a 118.23 dollari, in calo del -0.54% dalla chiusura di venerdì.

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