Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora in calo sui 68 dollari, mentre il gas naturale ha ripiegato dopo il test dei 2,3 dollari.
Dopo una chiusura weekly che ha confermato le difficoltà della settimana, il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato in territorio ribassista sul terreno dei 68 dollari al barile, senza ampie prospettive di ripresa nel brevissimo termine.
Il gas naturale, invece, ha riaperto in calo intorno ai 2,2 dollari, con un lieve calo dal test dei massimi relativi a 2,3 dollari condotto la scorsa settimana.
Le previsioni sono per un mantenimento delle quotazioni del petrolio greggio WTI sotto i 70 dollari al barile e per un proseguimento della fase laterale o di acccumulazione sotto la resistenza principale di 2,3 dollari per il gas naturale.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il prezzo del petrolio greggio segna esattamente 68,24 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,195 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato ancora in territorio ampiamente ribassista, spinto al ribasso dalla pressione ribassista causata dalla scarsa domanda cinese e statunitense. L’obiettivo ribassista di breve termine si trova a 65 dollari al barile, con prospettive di arretramenti anche oltre, verso i 64,10 e i 63 dollari.
Quanto alle prospettive di recupero, le proiezioni rialziste di breve termine si spingono fino all’orizzonte dei 70 dollari al barile, coincidente con l’EMA a 50 giorni. Un superamento della pressione ribassista tramite break-out oltre questa resistenza potrebbe forse garantire una spinta al rialzo sufficiente a ritestare anche le resistenze intermedie di 72,5 e 73 dollari al barile.
Allunghi più ampi di così, verso e oltre i 75 dollari, appaiono inverosimile nel contesto tecnico attuale, salvo sorprese causate dal conflitto in Medio Oriente.
Il gas naturale rimane invece ancora in fase laterale, dopo un lieve arretramento che non ha in alcun modo influito sull’andamento tecnico di breve termine.
Dal livello tecnico odierno, il gas naturale potrà ritentare un allungo verso la resistenza intermedia di 2,3 dollari, sui massimi relativi già testati ma non ancora superati. Le resistenze successive si trovano a quota 2,35 dollari, 2,42 e 2,5 dollari.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.