Il prezzo del petrolio greggio WTI rallenta sotto i 90 dollari, pur rimanendo in impostazione pienamente rialzista. Il gas invece potrebbe sorprendere al rialzo, ma dovrà avviare un'accumulazione cauta e graduale.
Il prezzo del petrolio greggio WTI sta subendo solo lievemente il ribasso causato dai volumi di realizzi, senza però alterare in alcun modo lo scenario di breve termine.
Invece, il gas naturale si è spinto ancora in rialzo e ha superato il livello di 2,75 dollari per avvicinarsi al margine superiore della fascia laterale di 2,8 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura il petrolio greggio WTI viene scambiato esattamente a quota 89,8 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a 2,75 dollari.
Per il resto della settimana, il petrolio greggio dovrà mostrarsi solido a sufficienza nei suoi rialzi da evitare i supporti sotto i 88 dollari al barile. Invece, il gas naturale potrà continuare la sua accumulazione sui 2,8 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato nuovamente sotto i 90 dollari, ma potrebbe presto riprendere quota, a patto che vengano evitati nuovi e più ampi ribassi.
I supporti di rilievo si trovano a 88,8, 88,5 e 88 dollari. Finché il prezzo si manterrà sopra questi valori il recupero dei massimi relativi si troverà dietro l’angolo e potremo mirare nuovamente al target di 92,3 dollari al barile.
Se invece il petrolio greggio dovesse arretrare ancora, allora dopo il target di 88 dollari potrebbe aprirsi una voragine ribassista in grado di trainare il prezzo fino ai supporti di 86,5 e 85 dollari. Il calo sotto gli 88 dollari, insomma, pur non alterando le previsioni tecniche di breve periodo potrebbe segnare l’inizio di una fase di ritracciamento più lunga e sostenuta.
Ritengo però improbabile la realizzazione di ribassi molto ampi in breve tempo. La battuta d’arresto di questi giorni potrebbe invece più semplicemente proseguire per il resto della settimana, con un mantenimento della pressione di vendita poco sotto i 90 dollari al barile.
Il prezzo del gas naturale viene scambiato invece nel margine superiore della fascia laterale tra quota 2,75 e 2,8 dollari, ma potrebbe presto ritracciare a causa della pressione ribassista nascosta dietro la resistenza intermedia di 2,8 dollari.
Come più volte evidenziato, infatti, il gas naturale non pare in grado di spingersi al rialzo per infrangere definitivamente le resistenze di 2,8 e 3 dollari nel brevissimo termine.
La sola possibilità di successo risiede in un’accumulazione tecnica lenta e ponderata, in grado di ammassare compratori proprio sulla linea di resistenza di 2,8 dollari (più precisamente tra i 2,795 e i 2,798) per poi infrangere questo target e proiettare rapidamente i rialzi sul successivo.
Se anche in questo caso la corsa al rialzo sarà eccessivamente rapida e poco cauta, le conseguenze potrebbero invece essere le medesime: prima un superamento del target di 2,8 dollari con possibile estensione sui 3 dollari, poi rapido ritracciamento verso 2,5 dollari e, infine, un nuovo tentativo di ritorno ai minimi relativi.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.