Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora nel margine inferiore della fascia laterale e il gas naturale inizia a stabilizzarsi sotto i 3 dollari.
Tanto il prezzo del petrolio greggio WTI quanto quello del gas naturale non sembrano in grado di spingersi al rialzo in questa prima metà della settimana, dopo aver ritestato entrambi i rispettivi supporti intermedi.
Il petrolio greggio, in particolare, si è stabilizzato poco sopra i 62 dollari, dunque sul margine inferiore della fascia laterale che si estende fino alla resistenza di 65 dollari (i primi rialzi partirebbero proprio oltre questa resistenza).
Il gas naturale, invece, rimane sotto pressione verso i 2,8 dollari, nonostante alcuni tentativi di ripresa. Laddove la settimana scorsa ogni calo sotto i 3 dollari veniva seguito da un rimbalzo rialzista, in queste ore sembra che la commodity sia riuscita a stabilizzarsi sotto il supporto principale e non lontano dall’area di ipervenduto.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 62,30 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,887 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrà fare i conti con il supporto intermedio di 62 dollari già in giornata. Si tratta di un livello di prezzo sicuramente solido, coincidente con i minimi da Maggio 2025.
Un eventuale break-out ribassista da questo valore potrebbe agevolare il ritorno anche sul supporto tondo e psicologico di 60 dollari. Ulteriori supporti andrebbero individuati a 59,50, 58,80 e 58,20 dollari al barile.
Per scongiurare questo scenario, il WTI dovrà riuscire a risalire almeno fino al margine superiore della fascia laterale di consolidamento. Gli indicatori tecnici più rilevanti, come le medie mobili esponenziali (EMA) e semplici (SMA), si trovano infatti sopra quota 65 dollari, evidenziando la profondità della correzione in atto.
Anche il gas naturale sta subendo forti ribassi e potrebbe finalmente stabilizzarsi sotto quota 3 dollari tondi, senza dunque dar seguito ai tentativi di ripresa. In caso di break-out oltre il supporto di 2,8 dollari, il livello successivo di maggior rilievo è rappresentato dal target a 2,665 dollari.
I traders ricorderanno che questa fascia di prezzo ha costituito in passato un pivot delle quotazioni di breve termine, prima della ripresa di inizio anno. Un ritorno su questi minimi annuali coinciderebbe con l’ingresso in piena area di ipervenduto per il gas naturale.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.