Il prezzo del petrolio greggio WTI è costretto ad arretrare in misura significativa, mentre il gas naturale ha abbandonato persino il supporto a 2,8$ e si trova su nuovi minimi.
Sia il petrolio greggio che il gas naturale hanno subito ieri un nuovo arretramento, con il gas che preoccupa particolarmente a causa del crollo sotto i supporti intermedi di 2,92 e 2,85 dollari.
L’arretramento potrebbe proseguire verso nuovi minimi relativi, per entrambe le commodities.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI passa di mano appena sopra i 63,15 dollari al barile e il gas naturale si trova a 2,795 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sotto il precedente supporto principale di 64 dollari al barile e già verso il target successivo. Ulteriori supporti vanno infatti individuati tra i 63 e i 62 dollari al barile, verso nuovi minimi da fine Maggio 2025.
Ipotizzando un proseguimento dello scenario ribassista, il target principale è adesso rappresentato dal livello di 60 dollari, in ragione della sua forte connotazione psicologica.
Ritengo però ancora plausibile una ripresa per il petrolio greggio, dopo la lunga serie di ritracciamenti che si sono susseguiti fino a questo momento. Per il WTI, sarebbe infatti sufficiente recuperare quota 64 dollari al barile e poi riconquistare i 64,5 dollari.
In caso di recupero su questi target intermedi, sarebbe poi il caso di attendersi un consolidamento volto a rafforzare i supporti e scongiurare nuovi tentativi ribassisti.
Per il gas naturale, invece, l’eventuale ripresa sarebbe dettata solo da un rimbalzo repentino dopo aver toccato l’area di ipervenduto.
Con il prezzo abbondantemente sotto i 2,80 dollari, infatti, il rischio è quello di scivolare ancora lungo il gap tecnico che potrebbe condurre la commodity anche fino al livello di 2,50 dollari. In questo scenario, evidentemente solo un rimbalzo potrebbe garantire il ritorno sopra quota 3 dollari tondi. Anche in questa fascia di prezzo, però, il gas naturale non avrebbe la certezza di lasciarsi alle spalle definitivamente la tempesta ribassista.
Abbiamo infatti osservato a più riprese la rottura del supporto a 3 dollari, senza troppe difficoltà. Solo il ritorno sopra il livello di 3,20 dollari (fino ad ora testato senza successo) potrebbe agevolare la chiusura dello scenario ribassista dominante.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.