Il prezzo del petrolio greggio WTI si ritrova in fase di recupero, mentre il gas naturale cerca di stabilizzarsi a 6,5 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha lentamente ripreso quota grazie all’ottimismo degli investitori sulla ripresa di domanda cinese, in un contesto dove la crisi energetica continua invece a pesare nell’Eurozona. Così, dopo alcuni tentativi di test del supporto di 70 dollari, il WTI ha compiuto il rimbalzo e si è riportato sopra i 75 dollari al barile.
Il gas naturale, invece, si è mantenuto all’interno dell’area di lateralità nuovamente intercettata dopo gli ultimi rialzi. Precisamente, il prezzo rimane attratto dal baricentro a quota 6,5$.
Lo scenario tecnico è in rapido miglioramento per il WTI, mentre il gas naturale potrebbe rimanere più volatile, comunque sopra il supporto di 6 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 76,9 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a 6,42 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato quest’oggi in territorio moderatamente rialzista, sopra il livello di 75 dollari. Non ritengo che si possa assistere a rialzi molto più ampi di così, sopra gli 80 dollari, nel brevissimo periodo.
Tuttavia, il petrolio greggio potrebbe quantomeno tentare una prima azione di accumulo su questa resistenza principale, per cogliere al volo nuove prospettive rialziste quando il contesto di mercato apparirà più favorevole.
Ad annullare queste prospettive ci penserebbe un nuovo calo verso il supporto di 70 dollari, che cancellerebbe i timidi rialzi di questi giorni e spingerebbe il petrolio greggio WTI nuovamente al test dei minimi relativi.
Come più volte ribadito, un calo sotto i 70 dollari sancirebbe l’effettiva inversione di tendenza del petrolio greggio WTI, che ritornerebbe così ai valori precedenti allo scoppio della guerra in Ucraina.
Il gas naturale viene scambiato ancora in fase di lateralità, agganciato come possibile al baricentro di 6,5 dollari. Riteniamo, per il prosieguo della settimana, di poter considerare questo come il target principale intorno a cui la commodity ruoterà.
Certo, l’area di lateralità si mostra parecchio ampia, tra i 6,2 e i 6,8 dollari, e potrebbe spingere al massimo la volatilità del gas naturale, ma ritengo che in assenza di market movers rilevanti non vi siano ragioni per rialzi eccessivi.
Dopo aver infatti nuovamente “esplorato” i contorni dell’area laterale, il gas naturale potrebbe limitare la sua volatilità sui 6,5 dollari per qualche giorno. Rialzi inattesi sopra i 6,8 dollari, invece, permetterebbero di riprovare l’assalto alla resistenza di 7 dollari.
Il rischio, però, è sempre quello di nuovi rimbalzi in grado di minacciare la tenuta dei supporti a 5,8 e 6 dollari.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.