Previsioni Prezzo Oro: Spinta Ribassista ai Minimi delle Ultime Settimane e Supporto a 1700$

Ancora un altro calo netto del prezzo dell’oro a causa di un nuovo apprezzamento del dollaro statunitense, che è salito molto vicino ai 94,5 punti, verso nuovi massimi relativi, di oltre un anno.

Il prezzo dell’oro è scivolato nella serata di ieri vicino al livello di 1725 dollari l’oncia e l’attuale canale ribassista potrebbe proseguire anche fino al supporto di 1700 dollari.

Previsioni sul prezzo dell’oro

Quello di ieri è stato il calo più ampio degli ultimi tempi, toccando i minimi delle ultime settimane, anche a causa delle attese degli investitori sull’incremento dei tassi statunitensi, da parte della Fed, prima del previsto.

Iniziando con le previsioni di questa settimana, il principale livello di prezzo che il canale ribassista potrebbe raggiungere è rappresentato dal supporto di 1700 dollari l’oncia.

Il livello di prezzo successivo coinciderebbe invece con il supporto di 1677$ che rappresenta i minimi di Agosto 2021. Il raggiungimento di questo valore implicherebbe, per l’oro, l’ampliamento della pressione ribassista sul prezzo.

Al rialzo, invece, il prezzo dell’oro potrebbe mirare verso un ritorno al livello di 1750 dollari l’oncia. Il superamento di questo valore potrebbe persino riavvicinare il prezzo dell’oro ai 1800$.

Il Calendario Economico della Settimana

Oggi, Giovedì 30 Settembre 2021, la giornata inizia nella sessione asiatica con le vendite al dettaglio e la produzione industriale giapponese e con il PMI non manifatturiero in Cina, a cui faranno seguito in mattinata gli aggiornamenti sul PIL nel Regno Unito e sull’inflazione in Francia.

Dalla Germania e dall’Italia, invece, giungerà il tasso di disoccupazione aggiornato, che si conoscerà in mattinata anche a livello europeo (atteso stabile rispetto all’ultimo aggiornamento).

Dagli USA, si attendono i dati sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione.

Domani, la settimana volge al termine con il tasso di disoccupazione e la fiducia dei consumatori in Giappone, oltre alle vendite al dettaglio in Germania e ad alcuni dati PMI Markit manifatturieri nell’Eurozona e negli Stati Uniti.

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