Il Petrolio WTI fatica a guadagnare una trazione significativa in un contesto di forze divergenti e vira in maniera decisa al ribasso nonostante le preoccupazioni relative alla riduzione dell'offerta di greggio russo.
Il prezzo del Petrolio WTI continua a muoversi in una fase di consolidamento, scambiando al di sotto del livello chiave dei 66 $ al barile durante le ore della sessione europea di martedì. Dopo aver toccato un minimo settimanale nella giornata di lunedì, la materia prima resta sotto pressione a causa di una combinazione di fattori fondamentali ribassisti e incertezze geopolitiche.
L’accordo raggiunto domenica tra i membri dell’OPEC ha contribuito ad aumentare la volatilità sul mercato petrolifero. Il cartello ha deciso di incrementare la produzione di petrolio di 547.000 barili al giorno nel mese di settembre, una mossa che sorprende considerando l’attuale contesto di domanda debole. Questo aumento di offerta ha raffreddato le aspettative di un immediato recupero del prezzo dell’Oro nero, introducendo nuovi timori di un possibile squilibrio tra domanda e offerta nel breve termine.
A ciò si aggiungono i recenti dati deludenti sul mercato del lavoro statunitense, pubblicati venerdì scorso. Il report ha mostrato una crescita occupazionale inferiore alle attese, segnalando un possibile rallentamento dell’economia a stelle e strisce. Le politiche commerciali instabili promosse dal presidente Donald Trump, caratterizzate da dazi intermittenti e minacce sanzionatorie, non fanno che alimentare l’incertezza e pesare sulle aspettative di crescita globale, riflettendosi negativamente anche sul Petrolio WTI.
Tuttavia, sul fronte opposto, emergono anche fattori che contribuiscono a frenare le pressioni ribassiste sull’Oro nero. In particolare, le preoccupazioni per un possibile calo delle esportazioni di greggio russo in seguito alle nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti hanno spinto molti investitori a mantenere una posizione più cauta. La recente minaccia di Trump di inasprire i dazi sull’India a causa dei suoi continui acquisti di petrolio dalla Russia, e l’ultimatum posto a Mosca per raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina, mantengono alta l’attenzione sulle tensioni geopolitiche che potrebbero rapidamente restringere l’offerta.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro nero quota 65,61 $, in ribasso settimanale del 2,55% ed in pieno movimento ribassista per la quarta seduta consecutiva. Gli orsi stanno spingendo il Petrolio WTI per raggiungere presto il livello annuale dei 65,29 $, e superarlo per continuare ad estendere la tendenza SHORT e raggiugere il successivo livello annuale dei 62,38 $.
Tuttavia, una (eventuale) falsa rottura ribassista del livello annuale dei 65,29 $ o una chiusura giornaliera positiva sopra i 66,50 $ permetterebbe ai tori di monopolizzare il movimento e cercare di raggiungere almeno il livello annuale dei 68,20 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.