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Petrolio Greggio Analisi Fondamentale Settimanale – Previsioni dal 3 al 7 Agosto 2015

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Aug 3, 2015, 14:39 UTC

Analisi e suggerimenti I future sul petrolio greggio con scadenza a settembre chiudono la settimana in ribasso. Per un paio di giorni, tuttavia, il

Petrolio Greggio Analisi Fondamentale Settimanale – Previsioni dal 3 al 7 Agosto 2015

Analisi e suggerimenti

Petrolio Greggio Analisi Fondamentale Settimanale - Previsioni dal 3 al 7 Agosto 2015
Petrolio Greggio Analisi Fondamentale Settimanale - Previsioni dal 3 al 7 Agosto 2015
I future sul petrolio greggio con scadenza a settembre chiudono la settimana in ribasso. Per un paio di giorni, tuttavia, il mercato ha dato l’impressione di poter postare un’inversione tecnica potenzialmente rialzista, ipotesi caduta però nella giornata di venerdì.

A provocare l’inversione rialzista verificatasi a metà settimana sarebbe stato il calo di scorte e di produzione di petrolio greggio.

Il mese di luglio, a causa degli incrementi di produzione in Arabia Saudita e negli Stati Uniti, è stato un mese terribile per il mercato petrolifero, ma ad aumentare ulteriormente la volatilità del mercato e a spingerlo in ribasso hanno contribuito l’imponente ondata di vendite verificatasi sui mercati azionari cinesi e la pubblicazione di dati economici indicanti un rallentamento della principale economia asiatica.

Il rapporto pubblicato lo scorso 29 luglio dall’Agenzia di Informazione sull’Energia segnala, per la scorsa settimana, una flessione delle scorte pari a 4,2 milioni di barili, un valore sensibilmente superiore rispetto ai 100.000 previsti in media da analisti e trader.

Scende anche la produzione di petrolio negli Usa, dove una contrazione pari a 145000 barili porta il volume totale giornaliero a 9,4 milioni di barili. Si tratta della più forte flessione settimanale dall’ottobre 2013. Analisti e trader non hanno identificato una causa specifica dietro tale calo di produzione, pertanto potremmo essere di fronte a un’inversione di tendenza, a riprova del vecchio detto secondo il quale “non c’è miglior cura per i prezzi bassi che i prezzi bassi stessi”.

Un ulteriore contributo al rialzo dei prezzi del greggio è venuto dalla flessione delle scorte presso il centro di distribuzione di Cushing, in Oklahoma: nella settimana conclusasi il 24 luglio si segnala infatti una contrazione pari a 212.000 barili.

Il rapporto sulla domanda e l’offerta sembrava delineare un quadro rassicurante per il mercato; nonostante il calo dei prezzi del petrolio verificatosi a partire dai massimi toccati nel mese di giugno, il rapporto dello scorso venerdì pubblicato dalla società del settore petrolifero Baker Hughes ha però segnalato un incremento settimanale nel numero di piattaforme operative pari a 5 unità, dopo i 21 della settimana precedente (il massimo da oltre un anno).

Nonostante una chiusura di venerdì piuttosto debole, che potrebbe avere seguito questa settimana, se il minimo della scorsa settimana a quota 46,68$ riuscirà a reggere, potrebbe suggerire che gli investitori stanno dando maggiore peso ai dati sulle scorte piuttosto che a quelli sul conteggio delle piattaforme operative. Se i prezzi continueranno a scendere anche questa settimana, allora l’aumento del numero di pozzi attivi potrebbe diventare un problema.

Fintantoché l’OPEC non si deciderà a tagliare la produzione per fronteggiare il calo dei prezzi, nel lungo termine difficilmente il barile troverà un prezzo minimo maggiore, ma questo non potrà comunque avvenire prima della riunione di dicembre.

Osservando i fondamentali, il mercato pare destinato a rimanere ribassista, a meno che i rapporti della EIA non indicheranno un trend in rialzo. Da un punto di vista tecnico, il mercato è pronto per un’inversione del prezzo minimo potenzialmente rialzista, anche se il movimento potrebbe avere vita breve e rappresentare null’altro che l’ennesima opportunità di ingresso su posizioni short da parte dei principali operatori del mercato.

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